Politica

Letta punta sui giovani e scommette su Draghi. Berlusconi chiude al reddito di cittadinanza, Di Maio scatenato contro il centrodestra

 

Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta è stato ospite di Casa Italia, il nuovo programma condotto da Fabio Vitale e dedicato al voto del 25 settembre per il rinnovo del Parlamento Presenti anche i giornalisti Maria Latella e Ferruccio de Bortoli. Tanti i temi dell’intervista, tra cui lo scostamento di bilancio: “Penso che si possa evitare grazie a un intervento europeo”. Sul piano Cingolani per risparmiare energia, Letta ha detto: “Misure utili, le sosterremo”. Sui rigassificatori a Ravenna e Piombino: “Devono essere fatti”. E sul futuro di Mario Draghi: “Non possiamo permetterci di mandarlo in pensione. Sono convinto che giocherà un ruolo importante per il Paese anche dopo”. Letta aveva detto la sua anche in un’intervista al Messaggero:”La chance dipende da quanto siamo in grado di portare le persone al voto. Ci sono milioni di indecisi, specie tra i giovani. Siamo il primo partito tra gli under 35 e questo è molto incoraggiante. Quanto agli esiti già scritti – riprende -, la storia anche recente è piena di risultati elettorali inattesi, di ribaltamenti, di sorprese, di spinte non fotografate dai sondaggi. Le ricette della destra sono un ritorno pericoloso al passato sui diritti e il solito film sull’economia. Sono gli stessi, Meloni, Berlusconi, Tremonti, che hanno condotto l’Italia alla bancarotta del 2011. Non ci faremo portare indietro: agli anni Cinquanta sui diritti e al 2011 con l’economia a un passo dal fallimento”. Poi Berlusconi, duro sul reddito di cittadinanza: “la decisione è di cambiare, di rimodulare il reddito che non vogliamo eliminare, vogliamo cambiarlo.

Deve restare alle persone che sono povere e a cui ha dato la possibilità di vivere”. Berlusconi ha partalo alla trasmissione tv “Dritto e Rovescio”. “Dobbiamo invece vedere di modificare la situazione con i giovani, che magari prendendo 500-600 euro, stanno in casa anche mantenuti dai genitori, stanno sul divano a guardare la televisione e non cercano un lavoro. Dobbiamo offrire a questi giovani delle opportunità diverse”, aggiunge. “Abbiamo pensato – dice Berlusconi – di dare agli imprenditori che assumeranno giovani, con un contratto a tempo indeterminato, con contratto di primo impiego, con un contratto di praticantato, di dare l’abolizione completa delle tasse, una detassazione e una decontribuzione completa”. “Se non si vogliono fare scostamenti si deve trovare qualche altro sistema. In Inghilterra stanno studiando come sistema quello di creare un fondo finanziario, in cui recapitare i finanziamenti delle banche e gli investimenti delle istituzioni”, spiega il leader di Forza Italia. “Questo fondo finanziario – aggiunge – dovrebbe essere messo a disposizione delle aziende dell’energia, le quali quindi potrebbero fermare i prezzi e fare le stesse bollette che facevano per esempio l’anno scorso, o anche qualcosa di meno, e attingere per le loro necessità a questo fondo finanziario”. La Flat Tax è una proposta di tassa leggera, su cui io mi sono intrattenuto 28 anni fa quando, nel ’94, studiando il programma che volevamo presentare agli italiani con il mio amico e ministro Antonio Martino, studiammo la Flat Tax in tutti i 54 Paesi in cui era stata adottata, ed era inferiore a quel 23% che abbiamo in mente di applicare noi. In tutti i Paesi vedemmo che c’era stato uno sviluppo straordinario, che si erano incrementate persino le entrate dello Stato, che si erano creati molti posti di lavoro, e allora decidemmo che era la cosa più giusta da fare, purtroppo nell’alleanza di allora non ci fu questa accoglienza benevola e rimase nel cassetto”. Poi Di Maio sul centrodestra: “Il trio sfascia-conti Meloni-Salvini-Berlusconi se andasse al governo rischierebbe di togliere tutta la credibilità faticosamente guadagnata all’Italia come il solito Paese inaffidabile. Non possiamo correre questo rischio per nessuna ragione al mondo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un’intervista ad Avvenire. “Noi proponiamo una cosa chiara e semplice – ha spiegato – ma al tempo stesso di vitale importanza. Lo Stato deve pagare l’80% delle bollette di tutte le imprese. Ci vogliono 13,5 miliardi e noi siamo in grado di ottenerli senza fare deficit, attingendo agli extraprofitti derivanti dall’inflazione”. Renzi ribadisce il suo orientamento su Draghi: “A Giorgia Meloni tremano i polsi in vista di Palazzo Chigi? “La tranquillizziamo perché cercheremo di non farcela arrivare”. Parole pronunciate a Radio Capital in cui spiega spiega: “Lei sta lavorando per diventare premier tra meno di un mese e se la destra vincerà le elezioni la Meloni andrà a Palazzo Chigi. Altrimenti, l’unica alternativa si chiama Mario Draghi e io sto lavorando per questo”.

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