Esteri

Macron e Biden, confronto sul protezionismo industriale USA

 

Il presidente fr Emmanuel Macron sarà a Washington 5 giorni per un tour  che potrebbe essere l’ultima  occasione per convincere i colleghi americani ad ammorbidire il loro protezionismo ed evitare una guerra commerciale con l’UE. L’ostacolo principale in discussione è la legge americana per la riduzione dell’inflazione, firmata da Biden in estate e che prevede lo stanziamento di 400 miliardi di dollari in sussidi governativi per sostenere l’economia americana. Ma non solo, perché nei prossimi anni Washington spenderà somme  senza limiti fissate a 800 miliardi di dollari per sostenere le tecnologie industriali più avanzate e la transizione energetica: pannelli, turbine eoliche, idrogeno, nucleare, batterie, auto elettriche, cattura delle emissioni, biocarburanti, estrazione e raffinazione delle materie prime strategiche, auto elettriche, semiconduttori.

Rendendo  gli Stati Uniti il più grande produttore al mondo di energia e di tecnologie dell’energia a prezzi imbattibili e attirando le aziende europee più avanzate pronte a fare i bagagli per progetti di grande respiro.

Unione Europea, e Parigi sono estremamente preoccupati, l’Italia non è pervenuta perché alle prese con uno striminzito (ma obbligatorio) bilancio e  impegnata su questioni epocali quali i limiti obbligatori dei POS e il reddito di cittadinanza.  Per fare un esempio delle misure protezionistiche USA,  la legge prevede  detrazioni fiscali fino a 7,5mila dollari per l’acquisto di  auto elettriche “made in USA”o, più precisamente, colà assemblate. Ovviamente Francia e Germania – leader automobilistici riconosciuti – temono che ciò possa portare a una riduzione della produzione in Europa, al trasferimento di una serie di stabilimenti negli Stati Uniti e a un declino generale del settore.  Emmanuel Macron, che in precedenza aveva definito la politica statunitense “protezionismo aggressivo”,ora è preoccupato per i prezzi del gas statunitensi, che, a suo avviso, non sembrano “amichevoli”. Anche se gli Stati hanno raddoppiato l’export di gas naturale liquefatto verso l’UE rispetto al 2021, l’Eliseo vuole chiedere a Biden di esercitare pressioni sulle società fornitrici di carburante affinché, a loro volta, riducano i prezzi.  E se la questione del gas è molto controversa, visto che i prezzi sono tutto sommato legati al mercato, allora le cose sono molto più serie con la legge sulla riduzione dell’inflazione in USA. Parigi e Berlino, alla vigilia della visita di Macron, concordavano sul fatto che se non fossero riuscite a convincere Joe Biden a rivedere il documento e almeno a fornire ai produttori europei gli stessi vantaggi di quelli americani,  Francia e Germania adotterebbero misure di ritorsione a tutela dell’industria dell’UE. Il 5 dicembre, dopo Macron, arriverà a Washington una delegazione Ue per discutere di questo problema con i colleghi americani. Se le trattative tra il presidente della Francia e la delegazione Ue non dovessero andare a buon fine, allora potrebbe iniziare una corsa al protezionismo tra Stati Uniti ed Europa con rischi per la sopravvivenza stessa della UE, già alle prese per i costi eccessivi della guerra in Ucraina.  Ma la potenza Usa di investimenti senza limiti di spesa (e deficit di bilancio illimitato grazie alla forza del dollaro) a nostro avviso prevarrà, con qualche bon bon  alle cosiddette “potenze” europee e qualcosina anche all’Italia, per ora non molto interessata alla questione ma fedelissimo alleato.

Giuliano Longo

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