Politica

Mattarella a tutto campo su migranti, ruolo dell’Europa e vaccini. ‘Lezione’ all’Università di Siena

 

  “Stiamo affrontando un periodo in cui i contagi riprendono, l’Europa è investita da una nuova ondata di contagi. Ed è investita in alcuni paesi particolarmente grandi e ben organizzati che appaiono in grave difficoltà. Nel nostro Paese, grazie alla serietà dei nostri cittadini, la situazione è meno allarmante ma registriamo un aumento del contagio costante , limitato ma progressivamente e lentamente costante”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella partecipando, questo lunedì, alla cerimonia di inaugurazione del 781° anno accademico dell’Università di Siena.

“Questo – continua il capo dello Stato – ci richiama al dovere di osservare con attenzione le norme di cautela che sono state indicate e di considerare l’importanza dell’affidamento alla scienza”. Alla pandemia, sottolinea il presidente della Repubblica, “noi abbiamo reagito come Paese, grazie alla quasi totalità dei nostri concittadini, con grande senso di responsabilità, manifestando rispetto per gli altri e per l’interesse comune”.

“Vi sono delle condizioni che sono sconcertanti. E’ sconcertante quanto avviene in luoghi ai confini dell’Unione Europea” sulla questione dell’accoglienza ai migranti, ricorda Mattarella a proposito delle tensioni al confine tra Bielorussia e Polonia. “È sorprendente – aggiunge il capo dello Stato – il divario tra i grandi principi proclamati e il non tener conto della fame e del freddo cui sono esposti essere umani ai confini dell’Unione europea”.

E a proposito di accoglienza, il presidente della Repubblica parla anche della situazione in Afghanistan, ricollegandola alla scelta dell’Università di Siena di dare la possibilità ad alcuni studenti di studiare in Italia: “È importante l’accoglienza ad alcune studentesse e studenti afghani decisa da questo ateneo. Una scelta significativa di fronte a un fenomeno che si è visto in diverse parti dell’ambito europeo di strano disallineamento, di incoerenza, di contraddittorietà tra i principi dell’Unione, tra le solenni affermazione di solidarietà nei confronti degli afghani che perdono la libertà e il rifiuto di accoglierli”.

Il capo dello Stato lo definisce un “singolare atteggiamento, pensando – aggiunge – all’atteggiamento e ai propositi dei fondatori dell’Unione europea che individuarono e indicarono orizzonti vasti, importanti, pur consapevoli delle difficoltà per raggiungerli ma che affrontarono con coraggio e determinazione. Anche per questo è importante e significativo l’atteggiamento di questo ateneo che accoglie studenti di quel Paese”. C’è ormai un “un uso smisurato degli acronimi” nella lingua italiana. La ‘bacchettata’ sull’eccesso dell’utilizzo di sigle e abbreviazioni, anche in politica e nel giornalismo, arriva mentre Mattarella parla del “programma governativo chiamato con l’acronimo Pnrr”, che il capo dello Stato invita “a chiamare con il suo nome per esteso: Piano nazionale di riprese e resilienza”. Il presidente della Repubblica osserva: “Apro una parentesi, Magnifico Rettore. Non so sia stato fatto in qualche ateneo, ma se così non fosse sarebbe utile, uno studio per approfondire le conseguenze dell’uso smisurato degli acronimi sul linguaggio e sulla facilità di comunicazione”.

“Sono lieto di registrare alcuni dati positivi che emergono nel programma governativo del Pnrr, che come è noto, ha sei grandi missioni: una delle grandi missioni riguarda l’Università e la scuola con l’obiettivo di accrescere l’offerta universitaria, di farne aumentare la qualità, di ampliarla, accompagnata anche da una destinazione di risorse in misura rilevante per l’Università”, ricorda Mattarella dall’ateneo senese.

“Questo perché – prosegue il presidente della Repubblica – è indispensabile il ruolo delle Università per lo sviluppo del Paese, per il suo rilancio attraverso questo Piano. Ed è quindi indispensabile accrescerne possibilità, strutture, interventi e ambiti per far crescere il nostro Paese, il livello culturale, il numero di laureati e la consapevolezza dell’importanza della competenza e della scienza. Anche perché abbiamo bisogno sempre più di sviluppare la conoscenza attraverso studio e ricerca da parte dei vari rami del sapere in crescente interrelazione tra di loro, sia sapere umanistico sia sapere scientifico, per trovare prospettive di ricerca e di studi poste sempre nelle scoperte e nell’avanzamento al servizio della persona umana. Otto secoli di storia consentono uno sguardo attento e uno sguardo lungimirante”, conclude Mattarella.

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