Esteri

Migranti, ancora un assalto al muro dell’enclave spagnola di Melilla al confina tra Marocco e Spagna

Circa 1.200 migranti hanno tentato di scavalcare la barriera nell’enclave di Melilla, sul confine tra Marocco e Spagna. Si tratta del secondo tentativo di passare in massa in territorio spagnolo nelle ultime 24 ore. A darne notizia fonti ufficiali spagnole ‘Intorno alle 7:25 di stamattina, dopo aver superato le forze di sicurezza marocchine, hanno iniziato a scavalcare la recinzione… lanciando pietre e usando ganci e bastoni contro le forze di sicurezza’, ha detto un portavoce della delegazione locale del governo spagnolo, secondo il quale in 350 sono riusciti a passare in territorio spagnolo. Recintata da una barriera di 12km, con il lato orientale che si affaccia sul Mar Mediterraneo e il resto della città in territorio marocchino, Melilla è una città autonoma spagnola. Il confine terrestre tra Melilla e l’entroterra marocchino è isolato attraverso un muro alto 7 metri e sorvegliato, allo scopo di contenere l’ingresso di immigrati nell’enclave che, in quanto territorio spagnolo, garantisce ulteriore libero accesso all’area europea delle nazioni aderenti al trattato di Schengen. Il 17 settembre 1497 è la data in cui gli spagnoli arrivarono a Melilla per la prima volta, occupando la città; da allora il Marocco ha tentato ripetutamente di annettere Melilla. Qui convivono la comunità spagnola, prevalentemente cattolica, quella berbera, a maggioranza musulmana e una comunità ebraica discendente dagli ebrei del Nord Africa, ma la città è nota soprattutto per essere, insieme a Ceuta, una porta verso l’Europa. La principale frontiera terrestre è Beni Ensar (a sud-est della città) dove vengono controllati i documenti delle persone dirette in Europa e verso la penisola spagnola. Alla frontiera di Melilla da anni si svolgono degli scambi commerciali tra Spagna e Marocco senza dazi (solo se le merci vengono trasportate a mano, da qui il soprannome di Porteadoras) di cui le donne marocchine sono i maggiori venditori. Infine dalla frontiera passano poi ogni giorno dai 25mila ai 30mila lavoratori marocchini che entrano in città per lavorare.  La doppia barriera che circonda la città è dotata di un’illuminazione ad alta intensità, di un sistema di videocamere di vigilanza a circuito chiuso e strumenti per la visione notturna. Nel settembre 2005, si registrò un tentativo massiccio di migrazione verso l’Europa, che causò la morte di molti migranti sotto i colpi di arma da fuoco della polizia marocchina. Da allora, si sono ripetuti tentativi più o meno riusciti di scavalcamento in gruppo con molti episodi anche mortali di violenza da parte dei migranti e contro di essi. L’obiettivo principale della barriera è quello di evitare l’ingresso clandestino in Europa dei migranti sub-sahariani.

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