Cronaca

Migranti e illegalità, condannato a 12 anni l’ex Sindaco di Riace Mimmo Lucano

L’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo “Xenia”, svoltosi al tribunale di Locri, sui presunti illeciti nella gestione dei migranti. I giudici hanno quasi raddoppiato la sentenza contro Lucano rispetto a quanto chiesto dalla pubblica accusa (7 anni e 11 mesi). Il processo è scaturito dall’indagine “Xenia” condotta dai finanzieri del Gruppo di Locri su irregolarità nella gestione dell’accoglienza dei migranti nel comune del reggino. Lucano, che all’epoca dei fatti contestati ricopriva la carica di sindaco e oggi è candidato alle elezioni regionali, era stato posto agli arresti domiciliari il 2 ottobre 2018, poi revocati e sostituiti dal divieto di dimora a Riace. Coinvolte nell’inchiesta altre 27 persone. Prima della sentenza ed aveva anche qualche speranza per la sua assoluzione piena: “Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicino, i quali mi hanno aiutato a sopportare un momento di amarezza per non perdere la speranza di avere giustizia non solo per me, ma per un piccolo comune che aveva scelto la strada della solidarietà e dell’umanità – aveva detto Lucano a margine delle arringhe finali dei suoi difensori – Adesso è il momento decisivo. Accetterò serenamente qualsiasi sarà l’esito del processo. Il dibattito processuale ha dimostrato l’inconsistenza dei reati che la Procura mi contesta, e non ho rancore verso nessuno”. Poi la sua difesa: “Questo non è un processo politico – aveva affermato l’avvocato Pisapia nel corso della sua arringa – ma un po’ di accanimento nei confronti di Lucano c’è stato. Si tratta di un uomo che ha messo la propria vita a disposizione della società, capace di rinunciare a candidature certe, sicure al Parlamento italiano ed europeo. Ha superato quelli che erano i suoi poteri – aveva concluso Pisapia – ma aveva il dovere di farlo in situazione di emergenza. Quello che ha fatto non lo ha fatto per il potere, l’ha fatto perché ci credeva ed era giusto, perché lo chiede la nostra Costituzione”. Nel corso della sua requisitoria, il pm titolare dell’inchiesta aveva invocato 7 anni e 11 mesi di carcere. “A Riace comandava Lucano. Era lui il dominus assoluto – aveva detto il pm in aula nel corso della sua requisitoria – La vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari – ha proseguito – Lucano ha fatto tutto questo per un tornaconto politico-elettorale e lo si evince da diverse intercettazioni. Contava voti e persone. E chi non garantiva sostegno veniva allontanato”. Amarezza alla fine del processo per l’imputato: “È tutto finito . Ho speso la mia vita per rincorrere gli ideali contro le mafie e ho immaginato di riscattare la mia terra da un’immagine negativa». L’ex sindaco di Riace afferma di “prendere atto, è una cosa pesantissima. Non lo so se per i delitti di mafia ci sono condanne così”.

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