Attuando alcune misure per la riduzione dei gas serra in agricoltura e per l’uso del suolo, il prezzo alimentare internazionale aumenterà di circa il 27%. A rivelarlo, uno studio condotto da un team internazionale di ricercatori dell’IIASA, del Giappone e degli Stati Uniti, appena pubblicato su Nature Food. Ciò porterebbe a una diminuzione del consumo di cibo tra i poveri nei paesi in via di sviluppo, che a sua volta porterebbe a circa 120 milioni di persone in più a rischio fame. Secondo gli autori, il rischio di fame per circa il 50% sarebbe probabilmente dovuto all’imboschimento su larga scala e il 33% all’aumento dei costi di abbattimento del metano e del protossido di azoto, mentre il 14% potrebbe essere attribuito all’espansione delle colture bioenergetiche.