Economia e Lavoro

Pnrr, la road map di Palazzo Chigi. 23 riforme da approvare entro l’anno

E questa settimana arriveranno i primi 24,9 mld di prefinanziamento al Nxt Generation Eu. E’ la quota più alta nell’Ue

(Red) Un quadro delle riforme da adottare in relazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza, divise per ministero e con l’indicazione per ciascuna della scadenza prevista dal Pnrr. E’ la roadmap indicata da Palazzo Chigi ai ministeri, con una email, anticipata dal quotidiano la Repubblica, indirizzata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli a ciascun ministro. Nella lettera Garofoli ricorda la necessità di rispettare “le scadenze e il programmato e approfondito esame delle riforme e delle iniziative legislative delle singole amministrazioni”. Sono 63, secondo quanto si legge anche sul portale del Recovery plan, le riforme legate al Pnrr italiano. Il lavoro del governo è già iniziato, ma molte scadenze ricorrono a dicembre 2021. Sono 23 le riforme da approvare o attuare entro l’anno, tra cui anche quelle della Pa, della giustizia e delle semplificazioni già varate. Si va dalla rete ferroviaria e la sicurezza dei ponti al “Cloud”, dalle residenze per universitari alla riforma delle classi di laurea, dal biometano pulito alla concorrenza, da una relazione sulla lotta all’evasione fiscale “anche attraverso incentivi mirati per i consumatori”, fino alla Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol), uno strumento per i disoccupati. Intanto, a proposito di Pnrr, arriverà in queste ore la prima tranches di risorse del recovery plan nazionale In un primo momento a Bruxelles si era parlato di esborsi in tempi record, già a fine luglio. I primi soldi sono arrivati il 3 agosto, per Portogallo (2,2 miliardi), Belgio (770 milioni), Lussemburgo (12,1 milioni). Si è aggiunta la Grecia, cui la Commissione europea ha erogato 4 miliardi di euro. Al nostro paese, a cui il Next Generation Eu ha previsto la quota più consistente in Europa, arriverà anche il prefinanziamento più alto, corrispondente al 13% della dotazione assegnata a ciascun paese. Si tratta di 24,9 miliardi di euro, di cui 16 in prestiti e 9 miliardi di sussidi a fondo perduto, una cifra che da sola supera quella di diverse manovre pre-pandemia (quella del 2017 valeva 27 miliardi, ad esempio).

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