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Po in secca, Coldiretti chiede interventi urgenti contro la siccità

“Il fiume Po è in secca con lo stesso livello idrometrico della scorsa estate ad inizio agosto per effetto della lunga assenza di precipitazioni con l’allarme siccità al nord proprio all’inizio della primavera quando le coltivazioni hanno bisogno di acqua per crescere”. Questo è il quadro allarmante che Coldiretti ha tracciato in occasione della giornata mondiale dell’acqua (World Water Day) del 22 marzo 2021. In un momento di grande difficoltà ambientale come quello attuale anche il liquido fondamentale per la vita è messo seriamente a rischio, ed è particolarmente grave nel caso dell’Italia, ricca di fiumi e laghi e che si affaccia sul Mar Mediterraneo.

“Si tratta – sottolinea la Coldiretti – della conferma dei cambiamenti climatici in atto che hanno cambiato soprattutto la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni come dimostra la forte ondata di maltempo in atto nel meridionecon bufere di neve e pioggia mentre al nord continua a splendere il sole. Al Ponte della Becca il livello idrometrico del fiume Po è di -2,6 metri, praticamente lo stesso di agosto 2020, con una situazione di magra che si registra in tutti i principali fiumi del bacino come l’Enza che è vicino al minimo storico o il fiume Savio. Lo stato del più grande fiume italiano è in realtà rappresentativo di una situazione di carenza idrica che riguarda anche il lago di Como che a Malgrate – precisa la Coldiretti – si trova sotto la media del periodo con un livello di riempimento del 12%”.

“La sofferenza idrica al nord – continua la Coldiretti – mette a rischio le operazioni di semina delle principali coltivazioni come il mais e la soia necessarie per l’alimentazione degli animali in stalla ma anche le piantine di barbabietola sono già in campo. La mancanza di acqua a fine inverno preoccupa l’agricoltura poiché le riserve idriche – dichiara la Coldiretti – sono necessarie per i prossimi mesi quando le colture ne avranno bisogno per crescere. Un fenomeno che si ripete nel tempo come conferma il fatto che in Italia mancano 5 miliardi di metri cubi di acqua rispetto a 50 anni fa, come rilevato dall’Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi). Si registra in particolare l’aumento degli eventi climatici estremi – continua la Coldiretti – con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità. La mancanza di acqua rappresenta – rileva la Coldiretti – l’evento climatico avverso più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’annosoprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. Nonostante i cambiamenti climatici l’Italia – continua la Coldiretti – resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente dei quali purtroppo appena l’11%viene trattenuto”.

Per risparmiare l’acqua – dice Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti –, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie abbiamo elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile”.

Il progetto consiste in “una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti”, in modo tale che esse possano essere costruiti senza far uso di cemento per ridurre l’impatto ambientale “laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.”

Lo scopo della Coldiretti sulle risorse idriche da incentivare con il Recovery Plan è “risparmiare il 30% di acqua per l’irrigazione, diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030”.

Un progetto quello sviluppato da Coldiretti con partner del calibro di Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti e “con il coinvolgimento anche di Università”.

AGC GreenCom

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