Politica

Riforma della Giustizia, c’è il sì condizionato del M5S. Prova faticosa per Draghi

(Red) Tra mille problemi la riforma della giustizia targata Cartabia è passata anche con il sì condizionato del M5S, che sul provvedimento legislativo resta diviso, con la parte governista che accetta il compromesso e quella più fedele agli ideali del Movimento che è ancora sul sentiero di guerra. “Lo sforzo della riforma è stato dare un’immagine del processo penale in cui tutti potessero riconoscersi”. Queste le parole del ministro della Giustizia, dopo il disco verde unanime, ma travagliato, del Cdm al testo. Sono state infatti le mediazioni di Draghi e della Guardasigilli a far rientrare il dissenso della delegazione M5s sulla prescrizione, evitando un via libera “azzoppato” per una delle riforme cruciali, nell’attuazione del Recovery plan. Ma permangono comunque, nel Movimento le divisioni, con Bonafede, autore della precedente Riforma, profondamente deluso. Del resto la fotografia che emerge dal M5S è a tinte fosche. In una riunione tra i big, prima del Cdm, anche il capogruppo al Senato Ettore Licheri aveva chiesto di difendere a spada tratta la riforma del governo Conte, astenendosi dal voto in Cdm e chiedendo un rinvio. Ma le parole attribuite a Draghi -“prendere o lasciare”- risuonavano con forza, il ministro Luigi Di Maio richiama alla responsabilità. Poi la decisione di non astenersi ma di dire di sì.

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