Indolore ad un dosaggio non inferiore a tre-cinque grammi per una persona adulta del peso di 70 chili. La modalità di somministrazione è quella dell’auto somministrazione mediante infusione endovenosa“. L’associazione Luca Coscioni rende noti gli esiti della relazione predisposta dalla commissione multidisciplinare di esperti istituita dall’Asur Marche per decidere sull’appropriatezza del farmaco da somministrare a Mario, 44enne tetraplegico marchigiano che ha chiesto di poter accedere al suicidio assistito in applicazione della sentenza della Consulta.
“Il Gruppo tecnico multidisciplinare istituito analizza in 15 pagine tutta la situazione, approfondendo le tematiche tossicologiche per esprimersi su un tassello fondamentale che va a completare la richiesta contenuta nell’ordinanza del Tribunale di Ancona emessa il 9 giugno scorso- si legge nella nota dell’associazione-. Ossia se la modalità, la metodica ed il farmaco (Tiopentone sodico nella quantità di 20 grammi) prescelti siano idonei i garantirgli la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile”. La scelta del farmaco e delle modalità erano il tassello mancante rimasto in sospeso dopo il via libera del Comitato etico regionale. “Sul cosiddetto ‘aiuto al suicidio’ da oggi in Italia abbiamo non solo delle regole precise, stabilite dalla Corte costituzionale nella sentenza Cappato, ma anche delle procedure e delle pratiche mediche definite che includono le modalità di autosomministrazione del farmaco da parte del paziente- spiegano in una nota congiunta Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretario nazionale e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni-. La validazione del farmaco e delle modalità di autosomministrazione crea finalmente un precedente che consentirà a coloro che si trovano e si troveranno in situazione simile a quella di Mario di ottenere, se lo chiedono, l’aiuto alla morte volontaria senza dover più aspettare 18 mesi”. I rappresentanti dell’associazione ora insistono sulla necessità di un referendum. “Sarebbe ora grave se il Parlamento insistesse a voler approvare delle norme, come quelle in discussione alla Camera, che restringono, invece che ampliare, le regole già definite dalla Corte costituzionale- concludono-. È a questo punto ancora più importante che si possa tenere il referendum sul fine vita, che consentirebbe di eliminare la discriminazione nei confronti di coloro che devono essere aiutati da un medico per ottenere di porre fine alla propria vita senza soffrire. Una possibilità oggi vietata perché si configura il reato di omicidio del consenziente”.