Negli Stati Uniti una nuova variante denominata Kraken, sta destando molta preoccupazione tra gli esperti, dopo che il numero dei casi “è raddoppiato in una settimana”. Dopo la variante Gryphon, questa potrebbe “destare preoccupazione nel 2023” anche in Europa. Ad affermarlo, e a lanciare l’allarme, è l’epidemiologo statunitense Eric Feigl-Ding, che su Twitter ha condiviso le informazioni sostenendo “che la nuova variante è più immunoevasiva e più efficace nell’infettare rispetto ad altre sottovarianti di Omicron”. La Kraken prende il suo nome dal leggendario mostro marino, secondo Feigl-Ding, “non vedevamo una crescita così rapida di casi dall’arrivo di Omicron Ba.1 un anno fa”. Sempre su Twitter, Tim Spector, epidemiologo britannico, ha affermato che Xbb1.5 “potrebbe essere la nuova variante a cui prestare attenzione nel 2023”. Secondo gli esperti della Columbia University, “è molto probabile che Xbb.1.5 abbia avuto origine negli Stati Uniti, con il primo caso rilevato nell’area di New York ad ottobre 2022”. “Gryphon è una variante che aveva già fatto la propria comparsa in Europa e in Italia, non è proprio una ‘new entry’. Quello che è cambiato è che, rispetto a prima, ora sta diventando dominante a New York in maniera davvero molto rapida“. Lo spiega all’agenzia Dire Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali. “Si tratta di una variante già emersa alcune settimane fa – ricorda l’infettivologo – e che aveva destato anche non poca preoccupazione perché sembrava potesse avere una grande capacità di diffusione e con una buona probabilità di diventare dominante. Cosa che, invece, non è accaduta: Gryphon era rimasta una delle tanti subvarianti di Omicron e, in realtà, non aveva assunto queste caratteristiche di dominanza”. Le notizie che “invece arrivano in queste ore da New York sembrerebbero indicare che questa variante ha davvero una grande capacità di diffusione: basti pensare che nella Grande Mela è passata da meno del 10% al 40% in tempi molto brevi”, precisa l’esperto. Dobbiamo temere l’arrivo di Gryphon anche in Italia? “Quello che è successo fino ad ora nel corso della pandemia – risponde Andreoni – è che le varianti, una volta dominanti, conquistano lo scenario a livello mondiale e dunque è possibile che ‘faccia tappa’ anche nel nostro Paese”. Anche se, tiene a precisare il direttore scientifico della Simit, “insisto a dire che questa variante aveva già circolato in Europa e non era diventata dominante. Lo scenario epidemico si modifica di giorno in giorno e Gryphon, di cui conosciamo alcune cose, è una variante che aveva caratteristiche di ridotta risposta alla immunogenicità vaccinale: era dunque una delle varianti che ‘bucavano’ i vaccini che attualmente possediamo, ossia quelli bivalenti”. “Questa variante – conclude Andreoni – è un qualcosa che ci preoccupa ma che allo stesso tempo in parte conosciamo. Ora sta diventando dominante negli Stati Uniti e questa diffusione lascia intendere che, probabilmente, tornerà anche in Italia. Sarà un qualcosa con cui nei prossimi giorni e nelle prossime settimane dovremo confrontarci”.