Economia e Lavoro

Usura, in bilico 176.400 imprese

Tante sono le aziende segnalate come insolventi alla Banca d’Italia e dunque senza titoli per ottenere prestiti. La maggioranza (32,9%) è al Sud

Sono poco meno di 176.400 le imprese italiane che si trovano in sofferenza economica e, tra queste, una su tre è ubicata nel Sud Italia. Lo riferisce la Cgia di Mestre, precisando che si tratta di società non finanziarie e famiglie produttrici segnalate come insolventi alla Banca d’Italia. Una “bollinatura” che, per legge, non consente di accedere ad alcun prestito. Da qui il rischio di chiudere o di scivolare tra le braccia degli usurai. Come era prevedibile, a livello provinciale il numero più elevato di imprese segnalate come insolventi si concentra nelle grandi aree metropolitane. Al 31 marzo scorso, Roma era al primo posto con 13.310 aziende: subito dopo scorgiamo Milano con 9.931, Napoli con 8.159, Torino con 6.297, Firenze con 4.278 e Brescia con 3.444. Le province meno interessate da questo fenomeno, invece, sono quelle che, in linea di massima, sono le meno popolate: come Belluno (con 360 aziende segnalate alla Centrale Rischi), Isernia (333), Verbano-Cusio-Ossola (332) e Aosta (239). Se analizziamo i dati per ripartizione territoriale ci accorgiamo che l’area più a “rischio” è il Sud: qui si contano 57.992 aziende in sofferenza (pari al 32,9 per cento del totale), seguono il Centro con 44.854 imprese (25,4 per cento del totale), il Nordovest con 43.457 (24,6 per cento del totale) e infine il Nordest con 30.070 (17 per cento del totale).

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