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42a EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO. GRAN FINALE DEL FESTIVAL CON CHAPLIN E KEATON ACCOMPAGNATI DALL’ORCHESTRA

Impossibile pensare al cinema muto senza collegarlo a Charlie Chaplin e Buster Keaton. Così l’ultima giornata del festival di Pordenone,  manda in campo i due fuoriclasse, in un programma che unisce due capolavori quasi coevi, di quello di Chaplin ricorre proprio quest’anno il centenario mentre quello di Keaton è del 1924.
The PilgrimIl pellegrino, (l’ultimo film di Chaplin girato per la First National, che dopo il successo di The Kid, Il monello, voleva rivedere a suo vantaggio il contratto con l’artista) ed è anche l’ultimo film con Edna Purviance, fino a quel momento partner fissa di Chaplin, con cui peraltro rimase in amicizia tutta la vita. Il film racconta di un evaso che scambia la sua divisa da carcerato con l’abito di un ecclesiastico che era andato a farsi un bagno. Le varie situazioni comiche che ne conseguono non mancarono di suscitare l’indignazione di parecchi esponenti della chiesa evangelica ma per fortuna The Pilgrim sfuggì alla censura e a ogni tentativo di boicottaggio. L’accompagnamento musicale è sulla partitura originale di Chaplin con l’arrangiamento di Timothy Brock e la direzione di Ben Palmer alla guida dell’Orchestra da Camera di Pordenone.
Sherlock Jr. (Calma, signori miei) non solo è unanimemente considerato tra i più grandi film di Keaton, ma una delle vette del cinema di sempre. In un’epoca in cui gli effetti speciali non erano certo sviluppati come oggi, ci si chiede come Keaton avesse fatto a realizzare certe scene e la risposta può venire solo considerando le sue doti atletiche e acrobatiche sviluppate sul palcoscenico sin dalla più giovane età. In questo film Keaton è un proiezionista aspirante detective che sogna di entrare e uscire dallo schermo cinematografico in un susseguirsi di gag surreali e irresistibili. La musica per Sherlock Jr. è stata composta da Daan van den Hurk e sarà diretta da Ben Palmer con l’Orchestra da Camera di Pordenone.

Nel programma spiccano anche due nuovi restauri presentati in prima mondiale: dalla Cinémathèque française, Vent Debout (1923) di René Leprince, che fu uno dei registi più prolifici della Pathé negli anni ’10; e dalla Library of Congress Conrad in Quest of His Youth(US 1920) di William de Mille, il fratello maggiore del più celebre Cecil. Tratto dal romanzo di Leonard Merrick, è la storia di un uomo alla ricerca impossibile della gioia e della spontaneità della sua giovinezza.

Si segnalano infine Ma l’amor mio non muore! (IT 1913) di Mario Caserini, con Lyda Borelli e Mario Bonnard; e Sein Groster Bluff (Il mio più grande bluff) (DE 1927) di e con Harry Piel, a cui le Giornate hanno dedicato una retrospettiva di riscoperta e che qui interpreta un doppio ruolo affiancato, fra gli altri, da una Marlene Dietrich già prossima alla consacrazione di diva assoluta.

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