Politica

“La riforma del reddito di cittadinanza verrà completata il prossimo anno e sarà totale, completa. Intanto con la Legge di Bilancio mettiamo uno stop al RdC per le persone che possono lavorare dai 19 ai 59 anni”. Con queste parole il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon risponde alla domanda di Affaritaliani.it se il prossimo anno ci sarà un nuovo intervento sul reddito di cittadinanza da parte del governo o se i cambiamenti si esauriscono con la Legge di Bilancio per il 2023. “I nuovi interventi sulla riforma del RdC – spiega il sottosegretario – riguarderanno la modalità con cui si fa domanda, potenziando step by ste i controlli e, soprattutto, con un maggior intervento e interessamento degli enti locali, Comuni soprattutto, che possono maggiormente scovare ed evitare frodi rispetto alla centralizzazione a capo all’Inps”. Sul fronte delle pensioni, sottolinea Durigon, “faremo un incontro con le parti sociali per arrivare a una riforme totale, complessiva e unica dal 2024”. E’ possibile aumentare l’intervento a favore degli assegni pensionistici minimi per arrivare, come chiede Forza Italia, a 600 euro al mese? “Se non ci saranno le risorse in questa finanziaria lo faremo durante la legislatura”, conclude il sottosegretario al Lavoro. Le parole di Durigon sono state accolte con freddezza e preoccupazione negli ambienti parlamentari di Forza Italia. Superare la soglia psicologica dei 600 euro era uno di punti irrinunciabili per gli Azzurri: “Non si può dire una cosa nella riunione di maggioranza e poi un’altra fuori”, protestano fonti del partito di Silvio Berlusconi, secondo cui nel vertice di ieri a Palazzo Chigi sulla manovra ci sarebbe stata un’apertura a un piccolo incremento, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che avrebbe spiegato la necessità di calcolare l’entità e l’età di partenza, dai 75 o dagli 80 anni. Il problema è di risorse, come per la proroga del superbonus e lo sblocco dei crediti nel dl Aiuti quater, tema su cui però la maggioranza è compatta. Le tensioni sulle pensioni rischiano invece di influenzare i primi passi della manovra alla Camera, dove nei prossimi giorni si sfoltiranno gli oltre tremila emendamenti concentrando l’esame in commissione Bilancio solo sui segnalati. E fra i nodi da sciogliere per il governo ci sarà quello sulla soglia (immaginata prima a 30 euro e poi definita a 60) oltre cui per i commercianti è obbligatorio accettare i pagamenti elettronici. Dunque molte partire restano aperte ed alcune di queste, come quella di pensioni e Pos sono complicatissime.

aggiornamento manovra ore 15.03

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