Roma Capitale

A Roma un centro antiviolenza nel nome di Sara Di Pietrantonio

“Speriamo che questo Centro antiviolenza venga usato il meno possibile. Il mio è un augurio, ma purtroppo non mi sembra che oggi le cose siano cambiate”. A parlare è Alberto Di Pietrantonio, il papà di Sara Di Pietrantonio, la ragazza romana di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato nel maggio del 2016, intervistato dalla Dire in occasione dell’inaugurazione del Centro Antiviolenza presso l’Università degli Studi Roma Tre (in via Ostiense 147) intitolato alla figlia (all’epoca studentessa dell’Ateneo). “Sicuramente ora ci sono più Centri antiviolenza come questo intitolato a Sara- ha proseguito il signor Alberto- ed è importante che vengano aperti nelle università dove ci sono i ragazzi e i giovani che rappresentano il futuro. È un cambiamento, anche se lento”. L’iniziativa, promossa dalla Regione Lazio e dall’ente regionale per il Diritto allo Studio e alla Conoscenza (Disco Lazio), si aggiunge alle inaugurazioni già svolte tra Roma, Cassino e Viterbo e rientra nel progetto che si propone di attivare presso ciascun polo universitario pubblico del Lazio un servizio specialistico, al fine di garantire concreto sostegno e supporto alle donne vittime di violenza fisica e psicologica. “Oggi è una giornata importante- ha aggiunto Concetta Raccuia, la mamma di Sara- è bello vedere realizzato questo progetto a cui tenevo tantissimo. Il fatto che all’interno dell’Università che Sara frequentava ci sia una struttura pronta ad aiutare le ragazze, ma anche i ragazzi, a fare in modo che non passino i tormenti che ha passato Sara, tormenti che nel suo caso sono purtroppo andati nella direzione più terribile, cioè nell’omicidio, per me è veramente molto positivo”. Dalla morte della giovane Sara, intanto, sono passati sei anni e mezzo “e in questo tempo ho faticato molto per partecipare ad eventi, andando contro a tutta la mia timidezza- ha confidato la signora Concetta alla Dire- ma questa è la realizzazione che, unendo le sinergie e le competenze di tanti individui, si possa realizzare qualcosa di concreto. Creare un Centro antiviolenza all’interno di una università, che rappresenta il seme della cultura, mi rincuora davvero tantissimo, mi dà tanta forza e speranza. È un passo veramente importante- ha concluso- spero che tutti se ne rendano conto”.

Dire

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