Cronaca

Affitti turistici, Unione Inquilini: “La nuova versione del ddl del governo. Qualche passetto in avanti non cancella la realtà di una normativa che non ferma la deregolazione selvaggia”.

 

“L’esecutivo Meloni ha presentato, seppure con ritardo rispetto a quanto aveva annunciato, l’ultima versione del disegno di legge sugli affitti turistici, dopo un serrato confronto con le parti sociali a cui, come Unione Inquilini, abbiamo partecipato in maniera autonoma e impegnata, presentando una serie di proposte con l’obiettivo di regolamentare e limitare il fenomeno della “turistificazione” delle città e dell’espulsione della residenza popolare.

Notiamo che alcune di queste proposte hanno avuto qualche ascolto, anche se in maniera parziale e insufficiente: la riduzione da 4 a 2 del numero alloggi destinati ad affitti turistici per far scattare la presunzione dell’esercizio dell’attività di locazione turistica in forma imprenditoriale,  l’istituzione di una banca nazionale, consultabile da chiunque, nel quale l’host dovrà obbligatoriamente registrarsi, l’introduzione di un sistema sanzionatorio in caso di violazione degli obblighi posti dalla normativa.

Questo però non cambia l’impianto inadeguato e insufficiente di un testo che sembra volersi presentare più come un tentativo di compromesso tra lobbies, piuttosto che di regolamentare un fenomeno che sta distruggendo l’affitto (quello delle famiglie e quello destinato a studenti e lavoratori fuori sede) e che sta portando a una nuova bolla immobiliare speculativa, in quanto da un lato toglie dal mercato dell’affitto  gli alloggi, dall’altro, in maniera surrettizia, spinge i canoni ancora più in alto, in controtendenza all’economia reale, che segna una evidente fase di stagnazione se non di recessione.,

I punti critici sono molteplici.

La normativa sulle locazioni turistiche viene estesa illegittimamente anche ai contratti non turistici inferiori ai 30 giorni. Non si   elimina il regalo della   cedolare secca per chi svolge questa attività in forma “non   imprenditoriale”. Anche su questo ultimo punto, pur apprezzando la riduzione da 4 a 2 alloggi della soglia per   definire l’imprenditorialità dell’attività, tuttavia la consideriamo insufficiente. Il discrimine è per noi, quello di affittare una porzione di alloggio in cui si abita. Se si mette in affitto, invece, un alloggio differente, o si seguono le regole della legge sulle locazioni (con tutte le agevolazioni fiscali che prevede) o, se si sceglie la strada dell’affitto turistico, si fa di per sé una scelta imprenditoriale, con tutte le conseguenze e responsabilità che ciò comporta.

Il nodo di fondo è  che il governo risponde picche alla richiesta che viene dalle organizzazioni degli inquilini, dalle associazioni degli abitanti e dai sindaci, non solo di regolamentare, ma dare la facoltà alle città di poter limitare il fenomeno, secondo parametri sociali e ambientali: la sofferenza abitativa, la pressione degli sfratti, il rapporto tra affitti turistici e affitti regolamentati. Strano federalismo quello del governo che chiede di stravolgere la Costituzione Repubblicana in nome di una autonomia differenziata che distrugge l’unitarietà delle prestazioni sociali e poi rifiuta di dare ai Comuni la facoltà di dotarsi di “piani regolatori” che pongano limiti all’espulsione della residenza e alla pressione speculativa, che aumenta la sofferenza abitativa e cambia in peggio il volto delle nostre città.”

aggiornamento affitti turistici ore 14.03

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