Cultura, Arte e Libri

Alla Casa della Memoria di Roma presentato il libro ‘La Rosa Bianca’

 

Alla Casa della Memoria e della Storia si è svolta la presentazione del libro: “La Rosa bianca. La resistenza al nazismo in nome della libertà.” Ad aprire la presentazione, l’invito della presidente dell’ANPC Mariapia Garavaglia alla libertà di pensiero: “Parlo per i giovani, gli unici liberi; fruite dello studio di cui in Germania i ragazzi non potevano godere”. L’incoraggiamento a non incasellare la nostra mente, la cultura vista come l’opportunità per sviluppare un pensiero critico contro l’ignoranza-obbedienza. Ha proseguito Garavaglia: “Quando c’è di mezzo il voler vivere come si vuol vivere e non come gli altri convengono, a qualsiasi età si è capaci di scegliere.” Ed è qui che la resistenza si inserisce come mezzo per dar valore alla propria identità personale: “Se non si resiste ci si arrende”. Il primo a ricordare l’esperienza della Rosa bianca è il consigliere dell’ANPC e membro del CNR Maurizio Gentilini. Il libro in memoria del giovane gruppo di resistenti tedeschi localizzati a Monaco di Baviera, principalmente studenti dell’Università Ludwig Maximilian attivi tra il 1942 e il 1943. Capitanati dalle loro coscienze contro quella che Gentilini definisce come “la terribile eclissi della ragione” ossia: l’opposizione al totalitarismo. Uniti e animati dagli ideali di solidarismo Cristiano, tra i ragazzi: cattolici, evangelici e ortodossi. Il loro metodo? Operare con la non-violenza in Baviera, attraverso opuscoli contro lo Stato totalitario. Segue poi l’appello dell’autore, Paolo Ghezzi, ad immedesimarci nei panni dei ragazzi della Rosa bianca. Appena prima di tornare a sottolineare l’importanza della libertà: “La vita non libera non è una vita dignitosa. I giovani si sono ribellati in nome della propria coscienza individuale, non per morire.”Proprio per questo, è stata oggi più volte positivamente sottolineata la presenza dei giovani alla presentazione. Quasi a stabilire una maggiore empatia con i protagonisti della resistenza al regime. In nome di una libertà che oggi diamo per scontata, e che per gli studenti della Rosa bianca era un bene da riprendersi in mano. A concludere la presentazione Tommaso Giuntella. Il ricordo del nonno, che essendosi rifiutato di collaborare con i tedeschi, era stato deportato. Un elogio alla gente comune che decise di fare un piccolo passo per cambiare le cose. La dedica di Giuntella ai destini solitari contro la fortissima Germania: “Agli uomini che in un destino tragico come quello del nazismo trovano uno squarcio di luce. La storia delle mosche bianche. La storia delle rose bianche.”

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