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Alla Spagna la presidenza dell’Europa Fra tre settimane il Paese va alle urne

Da oggi la Spagna prende dalla Svezia il testimone della presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Si tratta dell’ultima presidenza a pieno regime prima delle elezioni europee fissate per la primavera del 2024. Un arco di tempo che, solitamente, viene impiegato per chiudere i dossier in sospeso prima di andare alle urne. D’altra parte, il voto anticipato in Spagna il 23 luglio e la possibile svolta a destra che i sondaggi lasciano presagire potrebbero influire sul processo decisionale a Bruxelles nella seconda metà di quest’anno. Per il momento, comunque, reindustrializzazione, transizione verde, rafforzamento della giustizia sociale e unità dell’Ue sono le quattro priorità poste all’ordine del giorno della presidenza spagnola che, in ogni caso, non potranno essere significativamente mutate da chi assumerà la guida del governo iberico dopo il voto. “Promuoveremo la reindustrializzazione e la digitalizzazione dell’Europa. Faremo progressi decisivi nella transizione ecologica. Renderemo l’economia più prospera, ma anche più giusta, e rafforzeremo l’unità europea con nuovi strumenti e nuovi accordi”, ha dichiarato il premier uscente Pedro Sánchez a Madrid, presentando il programma della presidenza. Il primo ministro spagnolo, inoltre, ha auspicato la finalizzazione del nuovo patto dell’Unione sulla migrazione e l’asilo. Il Consiglio e il Parlamento europeo dovranno ora raggiungere un accordo, caldeggiato da Madrid, per ottenere il ricollocamento dei migranti. “Abbiamo sempre detto che l’Ue non può essere divisa, siamo tutti vittime di queste crisi. La Spagna ha sempre affermato che occorre rafforzare la dimensione esterna del fenomeno e la cooperazione con i Paesi di transito e di origine”, ha aggiunto Sánchez. Un altro obiettivo importante cui punta Madrid è la creazione di una tassazione minima delle società in tutta l’Ue per porre fine “una volta per tutte all’evasione fiscale da parte di grandi patrimoni e grandi società”. Secondo il primo ministro spagnolo, l’evasione fiscale costa all’Ue l’1,5 per cento del Pil annuo, la stessa cifra, ha affermato, che viene investita in alloggi sociali e ambiente. Altri temi chiave per la presidenza spagnola dell’Ue saranno la riforma del mercato dell’energia, la revisione delle regole fiscali nel Patto di stabilità e crescita e il continuo sostegno all’Ucraina. Sánchez ha sminuito il voto in Spagna durante la presidenza del Consiglio dell’Ue. “Non è la prima volta che si tengono elezioni durante la presidenza di turno, ci sono stati anche cambi di governo durante la presidenza”, ha detto. Alla luce dei sondaggi che suggeriscono un futuro governo di destra, il premier ha ricordato che il ruolo del suo governo “non è imporre dossier o dibattiti europei, ma orientare quelli esistenti prima della fine del semestre”. Sánchez ha indetto le elezioni anticipate il 23 luglio dopo che il suo partito, il Partito socialista dei lavoratori (Psoe), aveva subito una pesante sconfitta alle elezioni locali di maggio. Quello in carica è il secondo governo di Sánchez, primo ministro dal 2018, che ora punta, col timone di Bruxelles, a rafforzare i legami con l’America Latina. In questo contesto, la Spagna proporrà una strategia comune per garantire la sicurezza economica e la leadership globale dell’Ue fino al 2030. L’obiettivo è promuovere dossier per favorire lo sviluppo di industrie e tecnologie strategiche in Europa e diversificare le relazioni commerciali, con particolare attenzione all’America Latina. Con il vertice Ue-Celac, che si terrà a Bruxelles a luglio, si intende, nello specifico, concludere gli accordi commerciali in sospeso con Mercosur, Cile e Messico. La presidenza spagnola, inoltre, ha annunciato che si adopererà per attrarre nuove imprese in Europa tra cambiamenti geopolitici, tecnologici e ambientali, elementi questi che Madrid vede come un’opportunità per ridurre l’eccessiva dipendenza dell’Ue dai paesi terzi in settori come energia, salute, digitale e agroalimentare.

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