Politica

Bonaccini: “Voglio un Pd popolare, ci deve capire anche chi è al bar”

Un Pd “che non sia mai populista ma diventi magari un po’ più popolare“. Così lo immagina Stefano Bonaccini, pronto ad inserire lavoro e clima in cima alla sua piattaforma in caso di candidatura alla segreteria nazionale del Pd. Un programma di massima fatto di “pochi punti indispensabili, spiegati con un linguaggio che capisca anche chi è seduto al bar“, lo immagina Bonaccini,  in diretta a Metropolis su Repubblica.it.  Chi non ha potuto studiare, ricorda il presidente dell’Emilia-Romagna mettendo dunque in guardia da atteggiamenti elitari e snob, “vale quando va a votare come chi ha tre lauree“. Sul piano del merito, in ogni caso, “per chiunque si candidi alla segreteria del Pd lavoro e clima devono essere due dei pilastri, insieme a sanità e scuola pubblica, per essere protagonisti di una nuova stagione”. Poi, su quei pochi punti basilari, secondo Bonaccini bisognerà anche cercare intese col resto delle opposizioni, a cui chiedere di “mettere da parte egoismi” e lavorare insieme. Per quanto riguarda i tempi del congresso Pd, Bonaccini ribadisce ancora una volta che occorre “fare in fretta”. Anche se, ammette il governatore dem, “credo che prima della fine dell’anno sia praticamente impossibile dal punto di vista organizzativo”. Dunque si andrà a febbraio-marzo, ma non oltre. Perchè “più tempo in là andiamo più rischiamo di non essere in sintonia con i tempi e i problemi dei cittadini normali”.

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