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  Cina, rallenta l’economia, preoccupazioni in Russia

La crescita del PIL cinese nel secondo trimestre è stata del 6,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Gli analisti di diversi istituti di credito prevedevano invece per il 2023  dal 6,8% al 7,1%, contando sulla continua ripresa del Pil del Paese. Anche se il dato  supera il risultato previsto per l’intero anno (5%),  è inferiore alle previsioni degli analisti delusi anche per le statistiche sull’inflazione e sulla disoccupazione. 

Rispetto al primo trimestre 2023, tenendo conto di tutti i fattori stagionali, la crescita è stata di solo lo 0,8% contro il 2,2% di gennaio-marzo. Se il ritmo attuale continua fino alla fine dell’anno, l’economia del Paese crescerà di poco più del 3%: si tratta di uno dei risultati più deboli dall’inizio del secolo, inferiore solo nel 2020, quando è iniziata la pandemia.

 

Secondo i risultati di giugno, le vendite al dettaglio in Cina sono cresciute del 3,3%, in netto contrasto con maggio (12,7%)un risultato  più di due volte inferiore alla media degli ultimi 10 anni. I consumatori sono riluttanti a separarsi dai loro soldi tra lo scetticismo sulla ripresa economica e la situazione della disoccupazione.

Anche il mercato del lavoro sta fornendo notizie piuttosto inquietanti. La disoccupazione giovanile (16-24 anni) ha raggiunto un nuovo massimo storico del 21,3%, in aumento rispetto al 20,8% di maggio. Inoltre, gli analisti cinesi ritengono improbabile che la situazione migliori nei prossimi due anni: milioni di studenti di ieri entreranno nel mercato del lavoro e l’economia in lenta crescita non fornirà loro posti di lavoro sufficienti.

La situazione con i prezzi non è delle migliori. Se nel resto del mondo l’inflazione ha battuto imperversato i massimi degli ultimi 40 anni,  in Cina c’è il problema è opposto: il Paese è sull’orlo della deflazione.

A giugno 2023 i prezzi al consumo sono rimasti invariati rispetto allo stesso mese dello scorso anno; cifre simili sono state registrate a maggio. Nel frattempo, i prezzi alla produzione, spesso forieri di cambiamenti nel mercato al consumo, sono diminuiti del 5,2% rispetto a giugno dello scorso anno e dello 0,8% rispetto a maggio 2023.

Infine, ci sono problemi con le esportazioni, che a giugno sono diminuite del 12,4% su base annua. Ciò non sorprende, visti i notevoli problemi affrontati dalla maggior parte dei partner commerciali della Cina, principalmente nel “mondo sviluppato” e soprattutto in Europa. Le importazioni sono diminuite del 6,8%. Ciò può essere in parte spiegato dal calo dei prezzi delle materie prime, che è stato significativo rispetto al 2022.

Ci sono, però, anche elementi positivi perché la produzione industriale a giugno è aumentata del 4% e l’unico settore dell’industria che ha registrato un calo è stato quello  dell’automotive.

L’argomento principale che non stimola gli investimenti pubblici e l’emissione di liquidità, come avvenuto negli scorsi anni, è l’alto livello di del debito sull’economia cinese, che raggiunge il 280%. Le autorità cinesi stanno cercando di evitare di aumentare questa cifra, quindi negli ultimi anni hanno perseguito la politica fiscale e monetaria più cauta, “stringendo la cinghia” ove possibile.

Comunque sia, il mondo intero sta seguendo le statistiche cinesi perché la Cina è seconda al mondo in termini di dimensione economica e prima in termini di crescita lorda, superando di fatto gli Stati Uniti come motore economico globale. 

Anche il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen ha espresso preoccupazione per il tasso di crescita della Cina , affermando che i problemi economici della Cina potrebbero avere effetti anche sugli Stati Uniti.

Per la Russia,la crescita dell’economia cinese è un tema importante, poiché negli ultimi anni Mosca ha notevolmente aumentato il suo già solido commercio con Pechino. Ma l’influenza della Cina sulla Russia può anche essere indiretta, attraverso la domanda complessiva nell’economia globale.

I prezzi mondiali delle materie prime sono ora più bassi di quanto potrebbero essere se l’economia cinese si sviluppasse secondo le previsioni. Ma finora tutto va bene nel commercio estero tra Cina e Russia: secondo le statistiche cinesi, negli ultimi sei mesi, il commercio tra i paesi è cresciuto del 40,6% e ha raggiunto la cifra record di 114,5 miliardi di dollari .

Tuttavia, la crescita del commercio è dovuta principalmente a un aumento delle consegne cinesi alla Federazione Russa (in particolare di automobili), mentre le importazioni dalla Russia alla Cina appaiono più contenute.

Una ulteriore contrazione dell’economia Cinese in fase di stagflation potrebbe avere ripercussioni non indifferenti  in Russia, legata ormai a doppio filo con Pechino,  più ancora che nei Paesi dell’Occidente.

GiElle

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