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Comunità di Sant’Egidio, ecco perché la pace è possibile, il Summit di Roma. Le parole di Mattarella e Macron

Il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato a Roma. Oggi, insieme al capo dello Stato Sergio Mattarella, ha dato il via all’assemblea interreligiosa promossa dalla Comunità di Sant’Egidio “Il grido della pace – Religioni e cultura in dialogo”. A salutare Macron con una calorosa stretta di mano al suo arrivo all’evento c’era anche Antonio Tajani, nuovo ministro degli Esteri e vicepremier del governo Meloni. In agenda per Macron nei prossimi giorni anche alcuni incontri nell’ambito del Trattato Italia-Francia, siglato nel novembre dello scorso anno. Intervenendo all’evento promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, le parole di Macron si sono concentrate sulla guerra tra Mosca e Kiev. “Non lasciamo che la pace oggi sia catturata dal potere russo. Oggi la pace non può essere la consacrazione della legge del più forte né il cessate il fuoco che definirebbe uno stato di fatto”, ha detto il presidente francese. Mentre all’evento si discute di pace, ha aggiunto, “gli ucraini e le ucraine si battono per resistere, per difendere la loro dignità, per proteggere le loro frontiere e la loro sovranità”. Una pace, secondo il presidente francese, “è possibile” ed “è quella che loro decideranno – ha spiegato riferendosi agli ucraini – e che rispetterà i diritti del popolo sovrano”. Macron ha detto di avercela “messa tutta” per dialogare con il presidente russo Putin, senza riuscire però a capire il perché della guerra, “frutto del nazionalismo esacerbato che si è nutrito dell’umiliazione scaturita dalla distruzione dell’Impero sovietico”. La Russia, ha detto Macron, si è così “isolata dal resto del mondo e si è convinta che c’erano delle minacce” e che il “resto del mondo” avrebbe cercato di distruggerla. Le parti del conflitto, ha continuato, sono da un lato “un popolo aggredito” e dall’altro alcuni “dirigenti che hanno deciso di attaccare, di invadere, di umiliare”. Per questo, per Macron, una posizione neutrale nel conflitto non è mai stata una possibilità: “vorrebbe dire che esiste la legge del più forte”. Ad aprire l’evento con un appello per la pace è stato il presidente della Repubblica Mattarella. Serve “una pace che non ignori il diritto a difendersi e non distolga lo sguardo dal dovere di prestare soccorso a un popolo aggredito. In Ucraina, come altrove, occorre riannodare i fili dell’umanità che la guerra spezza: vite, famiglie, legami umani e sociali”, ha detto Mattarella. Il capo dello Stato ha poi parlato delle conseguenze della “sciagurata guerra” tra Mosca e Kiev, che secondo alcuni mette il mondo “di fronte allo spettro di un ricorso all’arma nucleare”. Si tratterebbe, ha detto Mattarella, di una “perversa tentazione dell’escalation, della spirale di violenze che si alimentano di violenza. L’affermazione della logica dei più brutali e insensati rapporti di forza, che credevamo relegati a un oscuro passato”. Centrale il ruolo dell’Europa: “Non possiamo consegnarci all’ingiustizia delle situazioni di fatto, né allo strazio di guerre “infinite”. L’Europa non può e non deve permettersi di cadere “prigioniera” della precarietà, incapace di assolvere al suo naturale ruolo di garante di pace e di stabilità nel continente e nelle aree vicine”. Durissima poi la condanna del conflitto, un’aggressione che “stravolge le regole, i principi e i valori della vita internazionale”, che dovrebbe essere impegnata a “trovare soluzioni cooperative urgenti a problemi comuni: le crisi sanitarie e alimentari, gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, le minacce terroristiche”.

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