Economia e Lavoro

Confcommercio e la manovra: “Su fisco e lavoro avvio in giusta direzione, ma servono misure strutturali”

Manovra necessariamente sobria e prudente in considerazione di uno scenario geopolitico e congiunturale difficile ed esposto a rischi di peggioramento“. Questo il primo commento di Confcommercio sulla manovra economica approvata dal Consiglio dei Ministri.  Secondo la Confederazione, “spiccano, a contrasto dell’impatto dell’inflazione sui livelli di reddito bassi e medio-bassi, gli interventi in materia di riduzione del cuneo contributivo e fiscale con il debutto, tra l’altro, di un sistema IRPEF a tre aliquote. Si tratta, però, di misure limitate al solo 2024 e che, in prospettiva, andranno rese strutturali“.  “Quanto alla “no tax area” – prosegue la nota – si procede all’equiparazione tra redditi di lavoro dipendente e redditi da pensione. Ma, progressivamente, bisogna equiparare la soglia di incapienza anche per i lavoratori autonomi ed i piccoli imprenditori. Positivi, inoltre, l’esordio della rateizzazione del secondo acconto delle imposte sui redditi per lavoratori autonomi ed imprenditori, la maggiore deduzione IRES ed IRPEF per le nuove assunzioni, l’innalzamento del tetto dei fringe benefit“. “In materia di lavoro, bene il sostegno del welfare aziendale e della contrattazione di produttività: le misure andranno però rese strutturali. Resta poi l’esigenza di interventi in materia di detassazione degli incrementi salariali definiti in sede di rinnovo dei CCNL“. “Di rilievo, infine – conclude Confcommercio – l’introduzione della “global minimum tax” per i gruppi di imprese multinazionali perché segue l’approccio comune, già condiviso a livello OCSE e G20, di una riforma delle regole fiscali internazionali che consenta di ridurre le distorsioni dovute ai differenti livelli di tassazione nei Paesi”. Confcommercio ha partecipato il 13 ottobre scorso, insieme alle altre rappresentanze sindacali e datoriali, all’incontro con il governo a Palazzo Chigi per l’esposizione del disegno di legge di bilancio 2024 in vista del varo della manovra in Consiglio dei ministri. “Come Confcommercio – ha detto Lino Enrico Stoppani, vice presidente vicario – facciamo innanzitutto nostri i richiami degli organismi internazionali e del Governo al senso di sobrietà, prudenza e responsabilità nelle politiche di bilancio che l’attuale momento impone. Detto questo, apprezziamo la conferma del taglio del cuneo contributivo per i redditi più bassi e l’attuazione della prima parte della riforma fiscale con la riformulazione delle aliquote Irpef. Ma è chiaro che sono necessari ulteriori interventi e investimenti, in particolare sui temi del lavoro, del fisco e del credito, anche per favorire una maggiore crescita del Paese”. “Ci auguriamo pertanto – ha proseguito Stoppani – che proseguano gli interventi di riforma del sistema fiscale con ulteriori misure di riduzione del carico impositivo, di contrasto all’evasione, di semplificazione degli adempimenti e con l’introduzione del concordato preventivo biennale e dell’IRI per gli utili reinvestiti in azienda. In materia di lavoro auspichiamo interventi di detassazione degli aumenti derivanti dai rinnovi nazionali dei contratti collettivi, una valorizzazione e incentivazione del welfare privato sui temi della previdenza e della sanità integrativa favorendo una maggiore integrazione tra sistema pubblico e sistema privato, un adeguamento strutturale della soglia di esenzione dei fringe benefits e, in materia di ammortizzatori sociali, un giusto equilibrio tra contribuzione e prestazioni effettive perché il nuovo regime ha portato ad un aumento dei costi soprattutto per le imprese del terziario di mercato”. “Infine – ha concluso il vicepresidente vicario di Confcommercio – c’è un problema di credito aggravato anche dall’intonazione della politica monetaria attuale. A questo proposito, occorre dotare il Fondo centrale di garanzia di risorse aggiuntive e attuare una riforma del Fondo stesso che premi gli investimenti e che punti a mitigare il rischio e gli accantonamenti patrimoniali delle banche per favorire l’accesso al credito. E’ chiaro comunque che le prospettive di crescita dipenderanno molto dalle riforme e dagli investimenti programmati del PNRR per il quale è fondamentale contrastare la filiera del ritardo”.

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