Esteri

Crisi di Taiwan, la Cina convoca l’ambasciatore giapponese e sanziona la speaker della Camera Usa Nancy Pelosi e i suoi parenti più stretti

Irritato dalle critiche rivolte dal  Giappone alle manovre cinesi intorno a Taiwan nel quadro del G7, il  Ministero degli Esteri cinese ha convocato l’ambasciatore nipponico.  Il Ministero ha comunicato oggi che al diplomatico è stata consegnata  una protesta formale. Il giorno prima, sono stati convocati anche gli  ambasciatori dei Paesi del G7 e i rappresentanti dell’Ue. Il G7 ha espresso preoccupazione in una dichiarazione dei ministri  degli Esteri, sottolineando che non c’è ragione per usare la visita di un politico Usa come pretesto per “attività militari aggressive”. La  Cina ha lanciato manovre militari in risposta alla visita della  speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi, la missione di rango più elevato nell’isola dagli Usa in un quarto di secolo. Pechino considera l’isola governata democraticamente come parte del suo  territorio e rifiuta qualsiasi contatto ufficiale con Taiwan.  La Cina ha anche imposto sanzioni a carico della speaker della Camera Usa Nancy Pelosi e dei suoi familiari per la visita fatta a Taiwan. Lo ha reso il ministero degli Esteri. Pelosi ha “insistito nell’andare a Taiwan senza tenere conto delle serie preoccupazioni e della ferma opposizione della Cina”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, “interferendo gravemente negli affari interni della Cina, minando gravemente la sovranità e l’integrità territoriale della Cina, calpestando il principio dell’unica Cina e minacciando seriamente la pace e la stabilita’ nello Stretto di Taiwan”.  Le sanzioni saranno inflitte anche ai parenti stretti della speaker democratica, ha aggiunto Hua, “in conformita’ con la legge cinese”.

aggiornamento crisi Taiwan ore 14.56

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