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Dai diritti tv alle coppe: i ricavi delle big d’Europa

di Gianluca Maddaloni

La stagione calcistica 2024/25 si è ufficialmente conclusa e, oltre ai verdetti sportivi, ha lasciato in eredità dati significativi dal punto di vista economico. Le cinque principali leghe europee: Premier League (Inghilterra), La Liga (Spagna), Serie A (Italia), Bundesliga (Germania) e Ligue 1 (Francia) hanno confermato le enormi disparità nei ricavi e nelle strutture economiche, ma anche mostrato segnali di consolidamento in alcuni mercati precedentemente in difficoltà. Il massimo campionato inglese si conferma la lega più ricca del mondo. Nel 2024/25 i ricavi complessivi hanno superato i 6,2 miliardi di euro, spinti da contratti di diritti TV internazionali che da soli garantiscono oltre 2 miliardi. Le squadre di vertice: Manchester City, Arsenal e Liverpool hanno incassato più di 180 milioni di euro ciascuna, considerando diritti TV, premi di posizionamento e bonus UEFA. L’accesso alla Champions League ha fruttato tra 60 e 90 milioni di euro a club per le prime quattro classificate. Tuttavia, l’aumento del monte ingaggi e le spese di mercato restano criticità: circa 13 club hanno chiuso il bilancio in rosso. In Spagna, la Liga ha registrato ricavi per circa 3,4 miliardi di euro, in lieve crescita rispetto alla stagione precedente. Il Barcellona, vincitore del campionato, ha chiuso un’annata da record: oltre 100 milioni di euro di introiti UEFA e altri 100 milioni dai diritti TV nazionali. Il Real Madrid, pur senza trofei, ha comunque beneficiato della visibilità europea con circa 90 milioni di euro tra competizioni UEFA e broadcasting. La Liga continua a gestire in maniera centralizzata i diritti televisivi, con una distribuzione più equilibrata rispetto al passato. La Serie A ha concluso la stagione con ricavi complessivi intorno ai 2,8 miliardi di euro. Le società più remunerate: Napoli, Inter, Atalanta e Juventus che hanno beneficiato in modo rilevante dei premi europei e della distribuzione dei 1,1 miliardi derivanti dai diritti TV nazionali, ripartiti secondo criteri sia sportivi che storici. Le sole qualificazioni in Champions League delle prime quattro garantiranno oltre 200 milioni di euro complessivi al calcio italiano. Tuttavia, permangono elevati debiti strutturali e una forte necessità di modernizzare o costruire nuovi stadi, ancora vero punto debole del sistema. La Bundesliga si conferma come modello di sostenibilità finanziaria, con ricavi pari a 3,1 miliardi di euro e circa il 90% dei club in utile operativo. Il Bayern Monaco, campione di Germania, ha incassato circa 110 milioni di euro tra diritti TV e premi europei. La ripartizione dei diritti resta tra le più eque in Europa, contenendo il divario tra le prime e le ultime classificate. I club tedeschi mantengono una linea prudente sul mercato, preferendo investire in infrastrutture e settore giovanile. La Ligue 1 francese ha chiuso il 2024/25 con ricavi complessivi attorno ai 2 miliardi di euro, trainata dal PSG, vincitore di campionato e Champions League, e dal ritorno competitivo di club storici come Monaco, Marsiglia e Lione. Tuttavia, persiste la crisi dei diritti TV interni, aggravata dalla mancanza di un accordo stabile dopo la fine del contratto con Mediapro. Il PSG ha ottenuto oltre 150 milioni di euro tra ricavi UEFA e mercato asiatico, ma molte altre società fanno fatica a sostenersi senza ricorrere a frequenti cessioni. Il modello francese continua infatti a dipendere fortemente dalle plusvalenze e da introiti variabili. In conclusione, la stagione appena conclusa ha confermato che il divario economico tra Premier League e le altre leghe continua ad allargarsi. Tuttavia, si registrano segnali incoraggianti: l’Italia ha rafforzato il proprio peso europeo, la Spagna ha contenuto i costi, e la Germania si conferma esempio di gestione sostenibile. La Francia, invece, è chiamata a una profonda riforma strutturale per evitare un ulteriore declino competitivo.

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