Politica

De Masi e la crisi: “Per il M5S rompere significa continuare ad esistere”

 

“Dall’inizio del governo Draghi a oggi il M5s ha perso 7-8 punti percentuali. È chiaro che la permanenza nel governo non fa che dimagrarli. Avanti di questo passo, fra 6 mesi, scomparirebbero. Qualcosa Conte doveva fare e lo ha fatto”. Il sociologo Domenico De Masi, vicino ai 5 Stelle, su Radio 24 avalla la scelta del leader pentastellato di non votare la fiducia sul decreto Aiuti. È la mossa giusta andare all’opposizione? “È la mossa per sopravvivere, è indispensabile”, risponde. De Masi è convinto che Conte abbia fatto la scelta giusta quando ha deciso di “non farsi il partito personale e valorizzare quello esistente” perché “chi esce dai 5 Stelle dove va?”. Solo Paragone, per il sociologo, è riuscito a creare una formazione calcolabile nei sondaggi. “Di Maio che può dare a chi l’ha seguito?”, si chiede. Nei 5 Stelle “Conte porta almeno il 12% e garantisce un gruzzoletto di voti. Se torna Di Battista qualche voto in più lo prendono”. L’ex premier “può completare quella lunga marcia per trasformare il Movimento in partito”. De Masi ricorda che non sono i grandi numeri a garantire la leadership nella maggioranza. Vedi la Prima Repubblica. “Craxi non ha avuto mai più del 14%”, eppure ha governato. Quindi “non è una operazione così miope come in tanti descrivono”. E dove deve piazzarsi questo M5s di Conte? “A sinistra del Pd che a sua volta è piazzato al centro”.

aggiornamento crisi di Governo ore 16.11

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