Covid

Dose booster efficace contro Omicron, monoclonali meno performanti

 

Sull’efficacia dei vaccini anti-Covid nei confronti della variante Omicron è emersa un’efficacia maggiore verso la malattia sintomatica due settimane dopo il booster, comparabile o leggermente inferiore a quella verso Delta. Lo scrive l’Istituto superiore della Sanità nelle faq pubblicate sul sito sulla base dei dati, non esaustivi, arrivati finora da Sud Africa, Regno Unito, Danimarca. I test già in uso basati su Pcr rilevano l’infezione anche con Omicron. A causa delle mutazioni, perdono efficacia molti anticorpi monoclonali.Uno studio non ancora sottoposto a peer review riporta anche una perdita di efficacia del ciclo primario rispetto all’ospedalizzazione, sebbene di livello minore rispetto alla malattia sintomatica.

Sulla fondamentale rilevanza della dose booster si era già espressa, alcuni giorni fa la Fondazione Veronesi: “Una delle poche certezze di fronte alla variante Omicron che tanto si sta diffondendo a livello globale in queste settimane – si legge nel portale della Fondazione – è la necessità di una dose booster. Grazie ad essa, gli anticorpi generati sono in grado di neutralizzare efficacemente il virus riportando la protezione dal contagio e dalla malattia grave a livelli elevati. Mentre cominciano ad arrivare i primi dati sul campo relativi alla protezione conferita dalla dose booster (la protezione da malattia grave si attesta tra l’80% e l’85%), gli studi di laboratorio sulla capacità neutralizzante degli anticorpi dopo la dose booster cominciano a farsi robusti con risultati decisamente confortanti. Negli studi realizzati dalla University of Cologne e dal Ragon Institute of MGH, MIT and Harvard, gli scienziati hanno valutato la capacità degli anticorpi -generati dalla vaccinazione nelle sue diverse combinazioni e dall’infezione- di fermare la variante Omicron. Dalle analisi, pubblicate in maniera indipendente da Nature Medicine e Cell, è innanzitutto emerso che un ciclo classico di vaccinazione con due dosi a mRNA è insufficientenel contrastare il virus. Questo non significa non essere più protetti bensì vedere ridotta l’efficacia. Non dimentichiamoci inoltre che gli anticorpi raccontano una parte della risposta immunitaria. A concorrere ci sono anche le cellule T, utili a riconoscere ed eliminare le cellule infettate dal virus. Detto ciò, quando viene effettuato il booster, gli anticorpi generati riescono a riconoscere e neutralizzare la Omicron. Un dato importate che indica chiaramente la necessità di un “rinforzo”.

aggiornamento pandemia Covid del 5 gennaio ore 12.37

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