Politica

Draghi: “L’Italia riconquista un ruolo centrale sulla scena internazionale”

 

“Gli ultimi due anni sono stati difficili per il nostro Paese, come per il resto del mondo.
Mi riferisco ovviamente alla pandemia e alla crisi economica. Entrambe hanno colpito specialmente i più deboli.
Ma, in questi mesi, l’Italia ha dimostrato, ancora una volta, di saper reagire alle crisi più dure con coraggio, determinazione, unità. Medici, infermieri, volontari hanno somministrato oltre 106 milioni di dosi di vaccino: uno sforzo senza precedenti nella storia recente. L’economia è in ripresa, grazie all’impegno di lavoratori e imprenditori. E l’Italia ha avuto un ruolo centrale sulla scena internazionale”, ha detto Draghi.  L’attività di Governo dal punto di vista della politica estera è stata molto intensa, e per questo voglio ringraziare il Ministro Di Maio e tutti voi diplomatici. Sotto la presidenza italiana, il G20 ha fatto passi avanti molto significativi sul fronte della tassazione globale, della distribuzione di vaccini, della lotta al cambiamento climatico. Abbiamo organizzato un vertice straordinario sull’Afghanistan, per coordinare una risposta comune sui temi degli aiuti umanitari, della lotta al terrorismo, della mobilità. Nonostante questo vertice, come leggiamo oggi sui giornali, la crisi umanitaria che si sta sviluppando in Afghanistan diventa sempre più grave. Il nostro è stato un multilateralismo efficace, che parte dalla consapevolezza che i fenomeni globali richiedono risposte collettive. A livello bilaterale, voglio ricordare il Trattato del Quirinale che abbiamo firmato il 26 novembre e che segna un momento storico nelle relazioni tra Italia e Francia. E il lavoro su quello che è stato chiamato il “piano di azione” che abbiamo avviato con la Germania e che porterà a un maggior coordinamento politico tra i due Paesi. Grazie alla politica estera l’Italia è più forte, più influente, più credibile. Lo stesso spirito di collaborazione, la stessa determinazione, lo stesso orgoglio di rappresentare l’Italia ci deve accompagnare anche il prossimo anno. Abbiamo davanti sfide significative, da cui dipende la nostra credibilità davanti ai cittadini e ai nostri partner”, ha aggiunto Draghi. “Gli ultimi anni sono stati molto difficili per il nostro Paese, come per il resto del mondo. Mi riferisco alla pandemia e alla crisi economica”. Poi sull’effetto pandemia sul nostro Paese: “In questi mesi l’Italia ha dimostrato di saper reagire alle crisi più dure con coraggio, determinazione, unità”, evidenzia Draghi, per poi aggiungere che “l’Italia sostiene l’ambizione di vaccinare il 70% della popolazione mondiale entro la metà del 2022”. Il premier ritiene che la gestione “della nuova fase della crisi sanitaria” sia “una priorità”. “La campagna di vaccinazione ci ha permesso di salvare vite e di riaprire l’economia, le scuole, i luoghi della nostra socialità. L’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano però alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi”, aggiunge. Inoltre, “il contrasto alla pandemia non è una questione soltanto interna, ma un tema centrale per la politica estera. Durante la presidenza del G20, abbiamo incoraggiato la comunità globale a vaccinare il mondo, per aiutare i cittadini dei Paesi più vulnerabili e ridurre il rischio di nuove varianti. Il Global Health Summit dello scorso maggio a Roma ha visto i Paesi più ricchi e le case farmaceutiche impegnarsi a donare un numero considerevole di dosi. Dobbiamo mantenere queste promesse e assicurarci che i vaccini arrivino chi ne ha bisogno. L’Italia sostiene l’ambizione di vaccinare il 70% della popolazione di tutti i Paesi entro meta’ 2022. Questo obiettivo ora deve essere raggiunto”.  “Lo stesso spirito di collaborazione, la stessa determinazione, lo stesso orgoglio di rappresentare l’Italia ci deve accompagnare anche il prossimo anno. Abbiamo davanti sfide significative, da cui dipende la nostra credibilità davanti ai cittadini e ai nostri partner”, prosegue. Altra sfida fondamentale “è l’attuazione del Pnrr. Nei prossimi cinque anni, dobbiamo investire 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri fondi per un totale di 235 miliardi di euro. Ci siamo impegnati a ridurre i divari, accelerare la transizione digitale ed ecologica, migliorare la scuola, la sanità e a riformare in modo profondo l’economia”. Il Pnrr, prosegue il premier, “non è il piano di rilancio di questo governo”, bensì “il piano di tutto il Paese. Spetta a tutti – politici, funzionari, imprenditori, parti sociali – contribuire alla realizzazione in modo rapido, efficiente e onesto”.

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