Cronaca

Energia: ENEA e Roma Capitale alleate per decarbonizzazione Il Sindaco Gualtieri e il Direttore generale Graditi firmano intesa triennale

Promuovere lo sviluppo di innovative tecnologie energetiche e per la digitalizzazione, sostenendo in particolare la diffusione di fonti rinnovabili, comunità energetiche, idrogeno, smart grid e mobilità sostenibile. Sono questi i principali contenuti dell’accordo di collaborazione triennale fra ENEA e Roma Capitale firmato dal Sindaco Roberto Gualtieri e dal Direttore generale dell’ENEA Giorgio Graditi. L’obiettivo dell’intesa è di consolidare e avviare nuove iniziative in campo energetico e ambientale per favorire la decarbonizzazione del sistema energetico, l’adattamento al cambiamento climatico, l’efficienza degli usi finali dell’energia, e la tutela dei territori e degli ecosistemi.

 

Con questo accordo vogliamo rafforzare la collaborazione tecnico-scientifica tra ENEA e Roma Capitale in tema di sostenibilità ambientale ed energetica”, ha affermato il Direttore generale Giorgio Graditi. “Attraverso specifici accordi attuativi, saranno disciplinati i termini e le modalità dei rispettivi impegni, in particolare le attività svolte in collaborazione e quelle di competenza di ciascuna parte, le modalità di esecuzione e la durata. L’obiettivo è dare il nostro contributo concreto alla transizione ecologica in corso”.

 

Roma Capitale sta portando avanti ambiziosi piani e progetti di decarbonizzazione e adattamento climatico”, ha dichiarato il Sindaco Roberto Gualtieri. “La collaborazione con Enea ci consente di avere al fianco un partner tecnico-scientifico importante nella individuazione delle scelte che riguardano il futuro della città, per contribuire a realizzare interventi efficaci nella lotta ai cambiamenti climatici e nel rendere la Capitale più vivibile”.

 

Le parti possono concordare, attraverso accordi attuativi, la realizzazione di progetti di ricerca applicata o altre iniziative relative ad attività scientifiche e/o di formazione per conseguire gli obiettivi prefissati.

 

La presenza di grandi concentrazioni di metalli pesanti (il rame è uno dei più diffusi) è solitamente un indicatore dell’impatto antropico, soprattutto nelle aree altamente urbanizzate e industrializzate, dove questi metalli possono confluire negli ambienti acquatici. L’accumulo di questi metalli nelle microalghe risulta essere un problema grave per il possibile trasferimento agli organismi che se ne cibano e anche all’uomo, attraverso la catena alimentare. “Al fine di individuare strategie di biorisanamento efficaci e su larga scala, è importante conoscere la capacità di rimozione di inquinanti da parte delle specie viventi, ma anche gli effetti tossici che questi inquinanti possono avere su di esse in relazione alle quantità assunte. Ad esempio, il rame è un elemento chimico essenziale per la crescita delle microalghe, ma può essere fortemente dannoso in dosi elevate”, specifica Angela Sardo, tecnologo della Szn.

“In futuro, questo test potrà essere utilizzato per valutare rapidamente i livelli di inquinamento da metalli pesanti anche in aree marine dove, ad esempio, vengono effettuate attività estrattive in profondità, oppure in zone acquatiche ad alta industrializzazione”, conclude Pietro Ferraro, dirigente di ricerca del Cnr-Isasi e coautore della ricerca.

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