Economia e Lavoro

Energia, sul price  cap l’Ue resta divisa, varate misure d’emergenza per ridurre la domanda e redistribuire gli eccessi

Il Consiglio dell’Ue ha formalmente adottato un intervento di emergenza per affrontare i prezzi elevati dell’energia. Il regolamento introduce misure comuni per ridurre la domanda di elettricità e per raccogliere e ridistribuire le entrate in eccesso del settore energetico alle famiglie e alle piccole e medie imprese. È stato stabilito inoltre un obiettivo di riduzione globale volontario del 10% del consumo lordo di elettricità e un obiettivo di riduzione obbligatorio del 5% del consumo di elettricità nelle ore di punta. Gli Stati membri individueranno il 10% delle ore di punta, tra l’1 dicembre 2022 e il 31 marzo 2023, durante le quali ridurre la domanda. Per quanto riguarda le tecnologie inframarginali è stato fissato un tetto massimo di 180 euro/MWh per i produttori di energia elettrica, compresi gli intermediari che le utilizzano per produrre elettricità, come le fonti rinnovabili, il nucleare e la lignite. Per il settore dei combustibili il regolamento del Consiglio ha stabilito un contributo di solidarietà temporaneo obbligatorio sui profitti delle imprese attive nei settori del petrolio greggio, del gas naturale, del carbone e delle raffinerie. Questo contributo sarà calcolato sugli utili imponibili, determinati in base alle norme fiscali nazionali nell’anno fiscale che inizia nel 2022 e/o nel 2023, che sono superiori a un aumento del 20% degli utili imponibili medi annuali dal 2018. Poi i commenti dei principali protagonisti e tra questi Maril Draghi. Sull’energia “le cose in Europa si stanno muovendo”: fa sapere il premier italiano uscente. Senza accordi significativi “è in gioco l’unità dell’Unione europea”. Per l’ex governatore della Bce “la Commissione presenterà al Consiglio del 19 ottobre una proposta” per “tentare di diminuire i prezzi, avere un elemento di solidarietà nel meccanismo e inizio della riforma del mercato dell’elettricità”. Sul tavolo resta la questione del price cap al gas: per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen “gli Stati membri vogliono discutere ora” della misura, e “confido si possa trovare una soluzione”. Ma l’ottimismo non sembra condiviso dal cancelliere tedesco Olaf Scholz: “Ogni intervento rivolto ai prezzi” del gas “sul mercato solleva automaticamente interrogativi sulla sicurezza dell’approvvigionamento, quindi dobbiamo discutere queste cose con molta attenzione”. Ad aprire la giornata a Praga era stata proprio la leader della Commissione europea: “Ora è tempo di discutere di come limitare i picchi nei prezzi dell’energia e la manipolazione operata da Putin. La seconda cosa importante da discutere è il level playing field, ovvero che le aziende di ogni Paese abbiano la stessa possibilità di partecipare al mercato unico, con equità. Il terzo punto è il RePower, e come potenziarlo. Non ci saranno decisioni, essendo un Consiglio informale ma è in preparazione del Consiglio di ottobre”. Sul tema, da tempo sul tavolo, di imporre un price cap al gas, Von der Leyen ha sottolineato come “la Commissione aveva proposto un tetto al gas a marzo ma all’epoca non era attrattivo. Ma ora la situazione si è evoluta e gli Stati membri vogliono discutere ora il price cap. Confido si possa trovare una soluzione”.

Red.Eco.

Aggiornamento crisi energetica ore 13.05

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