Cronaca

Fotografie del macchinario che l’ha uccisa nel telefonino di Laila. Spesso andava in blocco

(Red) Continuano le indagini sulla morte di Laila El Harim, la 40enne deceduta mentre lavorava nell’azienda d’imballaggi “Bombonette” di Camposanto, nel Modenese. Sul cellulare della donna sono state trovate diverse foto che avrebbe scattato al macchinario ogni volta che questo andava in blocco e che inviava ai tecnici, che dovevano poi intervenire. Laila, residente nella Bassa, viveva in Italia da 20 anni. Era arrivata con la sua famiglia e qui è rimasta a vivere anche la sorella. Dieci anni fa aveva conosciuto il compagno, sul posto di lavoro. E da solo due mesi era dipendente della Bombonette, Laila era entusiasta del nuovo incarico: aveva più responsabilità e ne andava fiera. Ora spetta agli inquirenti far luce sulla tragedia: la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e il macchinario in cui la 40enne è rimasta incastrata è stato sottoposto a sequestro. In corso gli accertamenti dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, procedono i carabinieri. Va detto anche che la procura ha iscritto nel registro degli indagati il legale rappresentante dell’azienda. C’è anche una prima relazione che l’Ispettorato nazionale del Lavoro ha inviato al ministro Andrea Orlando, il macchinario era provvisto di un doppio blocco di funzionamento meccanico, “ma purtroppo – si legge – azionabile, da parte dell’operatrice, soltanto manualmente e non capace di funzionare automaticamente. Ciò ha consentito un’operazione non sicura che ha cagionato la morte per schiacciamento”.

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