Gli Stati Uniti si felicitano della liberazione della reporter di Chora Media dopo 21 giorni di prigionia, ma sottolineano di non aver avuto nessun ruolo nella vicenda, né intendono commentare sull’estradizione dell’ingegnere iraniano Mohammed Abedini Najafabadi, l’uomo dei droni arrestato a Malpensa su richiesta di Washington tre giorni prima del fermo di Sala a Teheran. “Il caso di Cecilia Sala è stata una decisione del governo italiano dall’inizio alla fine ed è Roma che deve rispondere a domande specifiche”, ha spiegato durante un briefing con un gruppo ristretto di giornalisti il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, qualche ora dopo l’arrivo a Ciampino della reporter. “Sfortunatamente – ha sottolineato il funzionario – il regime iraniano continua a detenere ingiustamente persone provenienti da molti altri Paesi, spesso per utilizzarle come leva politica e ognuno di loro dovrebbe essere rilasciato adesso”. La Casa Bianca tiene anche a ribadire che “il lavoro fondamentale svolto dai giornalisti, compreso quello di Cecilia Sala, per informare il pubblico spesso in situazioni incredibilmente pericolose come questa, dovrebbe essere protetto da qualsiasi governo”.