Economia e Lavoro

Granelli (Confartigianato): “Più investimenti per sostenere i segnali di ripresa nel Mezzogiorno”

Le più recenti stime proposte dallo Svimez evidenziano una crescita del PIL nel 2024 dello 0,7%, in linea con quello rilevato nel 2023. La crescita presenta caratteri omogenei per macroaree, con il Centro-Nord a +0,7% e il Mezzogiorno a +0,6%. Per quest’anno è previsto un maggiore dinamismo della crescita in Emilia Romagna (+1,1%), Lombardia (+1,0%) e Abruzzo (+0,9%). Nel 2024 il Mezzogiorno segna una crescita superiore di 0,2 punti a quella del 2023, mentre il Centro Nord segna una minore crescita di 0,1 punti.

Una analisi delle tendenze delle economie territoriali è proposta nel report pubblicato oggi ‘Le prospettive di inizio 2024 nei territori, tra incertezze e ripresa del lavoro. Evidenze regionali’, curato dall’Ufficio Studi, in collaborazione con l’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia e l’Ufficio Studi Confartigianato Marche.

Rispetto al 2019, anno pre-pandemia, nel 2024 il PIL è superiore del 3,7% grazie al traino di entrambe le aree, infatti per il Centro-Nord si osserva una crescita del 3,8% e per il Mezzogiorno del 3,2%. Nel 2024 in tutte le regioni, Umbria esclusa, il PIL raggiunge o supera il livello pre-pandemia, con una dinamica più rilevante per Lombardia (+6,7%), Puglia (+6,2%), Emilia Romagna (+5,8%), Trentino-Alto Adige (+4,6%), Friuli-Venezia Giulia  (+4,4%), Veneto (+4,3%) e Basilicata (+3,8%).

Il dinamismo del Mezzogiorno – L’analisi dei conti territoriali relativi all’anno 2022 pubblicati dall’Istat nelle ultime settimane certifica la buona performance post-pandemia dell’economia del Mezzogiorno, che tra il 2019 e il 2022 presenta una crescita del PIL pro capite, a prezzi costanti, del 4,0%, in linea con quella del Nord, e superiore di 0,8 punti al +3,2% del Centro Nord, su cui pesa il minore recupero registrato nel Centro (+0,9%). Bisogna tornare al 2007 per ritrovare una crescita triennale del PIL per abitante nel Mezzogiorno superiore a quella del Centro Nord.

In tre regioni meridionali il PIL pro capite nel triennio in esame cresce più di quello della Lombardia: in Puglia sale del 6,5%, in Basilicata del 6,0%, in Molise del 5,5%, mentre in Lombardia sale del 5,1%. In particolare, il ruolo di locomotiva dell’economia pugliese è stato esaminato nel report presentato dell’Ufficio Studi al convegno organizzato da Confartigianato Lecce alla fine dello scorso novembre.

Uno spunto positivo per il Mezzogiorno anche nel mercato del lavoro: nel 2023 (ultimi dodici mesi a settembre) gli occupati nel Mezzogiorno nel crescono del 2,8% su base tendenziale, un ritmo che risulta di 1,2 punti superiore a quello del Centro Nord (+1,6%): un differenziale di crescita così alto non si trovava dall’inizio del 2016. Tra le maggiori regioni per numero di occupati, si osservano aumenti più marcati e superiori alla media nazionale prevalentemente in regioni del Mezzogiorno: in Sicilia l’occupazione sale del 3,9%, in Puglia del 3,7%, in Veneto del 3,0% e in Campania del 2,5%.

Secondo il Presidente di Confartigianato Marco Granelli sul fronte delle politiche economiche, il rafforzamento degli investimenti pubblici in infrastrutture e gli interventi in grado di rafforzare il sistema delle imprese del Mezzogiorno, utilizzando in modo virtuoso le risorse del PNRR e dei Fondi strutturali, sono alla base del recupero del divario tra Nord e Sud del Paese”.

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