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Idf: “Continua l’operazione, uccisi diversi esponenti di Hamas”. Allarme Onu sull’assistenza sanitaria alla popolazione

 

L’esercito israeliano sta continuando le operazioni e i combattimenti contro Hamas a Khan Younis, nel sud di Gaza, e a Maghazi nel centro della Striscia. Lo dice l’IDF in un post su X. In uno scontro a Maghazi, dice l’IDF, le truppe della Brigata Golani hanno avvistato tre uomini armati di Hamas che uscivano da un tunnel. Gli uomini armati sono stati poi colpiti da un raid aereo. In un altro scontro, l’IDF dice che i riservisti della Brigata Yiftah hanno avvistato otto esponenti di Hamas che si dirigevano verso una scuola a Maghazi e li hanno uccisi. A Khan Younis, l’IDF afferma che le truppe della Brigata Givati hanno avvistato tre agenti di Hamas uscire da un edificio dove erano tenute delle armi e hanno ordinato un attacco aereo. Sempre nella zona di Khan Younis, la Brigata Commando ha avvistato due agenti di Hamas, uno che piazzava un ordigno esplosivo e l’altro che osservava da un tetto. L’IDF afferma che entrambi gli agenti sono stati uccisi in un attacco aereo. C’è poi da dire della èresa di posizione delle Nazioni Unite proprio sugli attacchi israeliani a Gaza.

Solo un quinto dei 5.000 posti letto necessari per far fronte ai traumi e alle emergenze sono disponibili a Gaza. Lo ha dichiarato il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, precisando che più di tre quarti dei 77 centri sanitari primari nella Striscia sono fuori uso.

“Le ostilità in corso a Deir el-Balah e Khan Younis – insieme agli ordini di evacuazione nelle aree vicine – stanno mettendo tre ospedali a rischio di chiusura: Al-Aqsa, Nasser e l’ospedale europeo di Gaza”, ha detto Dujarric, aggiungendo che “circa 350.000 persone con malattie croniche e circa 485.000 persone con disturbi di salute mentale continuano a subire interruzioni nelle loro cure a Gaza”.

Circa 1,9 milioni di sfollati sono a rischio di malattie trasmissibili a causa delle cattive condizioni di vita, dei rifugi sovraffollati e della mancanza di accesso ad acqua, servizi igienico-sanitari adeguati, afferma l’Onu.

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