Esteri

Il gas liquefatto per l’Europa arriverà dalla Cina

 

Sicuramente le importazioni cinesi di gas russo diverranno sempre più massicce nel giro di pochi anni anche grazie a un nuovo e imponte gasdotto, ma paradossalmente la Cina si sostituirebbe parzialmente alla Russia esportando i suo gas trasformato in GNL- gas naturale liquefatto. Al momento Pechino ha in casa un surplus di gas dettato da una domanda energetica più debole a causa del rallentamento della sua economia, secondo il Financial Times, la quantità totale di GNL cinese che è stata rivenduta è probabilmente superiore a 4 milioni di tonnellate. In prima fila l’Europa ridotta a importare solo solo il 20% di quel gas che importava un anno fa dalla Russia . Invece la società di ricerca Kpler calcola che le importazioni europee di GNL sono cresciute del 60% su base annua nei primi sei mesi del 2022 e solo il gruppo cinese Jovo ha recentemente rivelato di aver rivenduto un carico di gnl a un acquirente europeo con un profitto di 100 milioni di dollari. Nei primi sei mesi dell’anno, la Cina ha acquistato un totale di 2,35 milioni di tonnellate di GNLdalla Russia, per un valore di 2,16 miliardi di dollari con un aumento del 28,7% rispetto all’anno precedente. Quindi la Russia ha superato Indonesia e Stati uniti diventando il quarto fornitore di GNL della Cina, anche se nell’ultimo anno le imprese cinesi hanno firmato 10 contratti a lungo termine per importare dagli Usa. Grazie ai prezzi scontati  scontati dal Cremlino ai partner asiatici (di cui ha beneficiato anche l’India con un boom di acquisti di petrolio), è aumentato nettamente anche l’import di gas russo via terra: +63,4% nella prima metà del 2022, con un valore quasi triplicato a 1,66 miliardi di dollari. Si è passati dai 4,6 miliardi di metri cubi della prima metà del 2021 ai 7,5 miliardi di metri cubi del 2022 e Gazprom ha comunicato che il programma per il flusso di gas sulle rotte orientali verrà ulteriormente rafforzato. Non solo, la Mongolia ha annunciato che entro il 2024 inizierà la costruzione del Power of Siberia 2, il gasdotto collegherà Russia e Cina con una capacità massima di 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Con riflessi anche per l’Europa, visto che attingerà alle stesse riserve che l’hanno rifornita finora, permettendo a Gazprom di reindirizzare le sue esportazioni.
 Ma se la Russia ha deciso di esportare più gas verso la Cina, Pechino avrà più capacità di rivendere il suo gas in eccesso sul mercato spot, “aiutando” indirettamente l’Europa con prezzi che sono maggiorati. Così l’Europa potrebbe ritrovarsi dipendente da Pechino che sta estendendo la sua produzione di gas nazionale a un ritmo che nel 2022 si assisterà sul 7% su base annua. Se i tedeschi affermano che l’allarme sulla dipendenza sul gnl cinese è quantomeno prematuro, resta il fatto che le alternative al gas russo non sembrano ancora bastare all’Europa e per il momento dalla Cina potrebbe arrivare proprio il gas russo liquefatto.

Fonte Redgreen

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