Economia e Lavoro

“Il Recovery Plan deve andare bene. Altrimenti nessuna altra possibilità”

Parla il ministro della Transizione Ecologica, Cingolani

Il Recovery plan, l’applicazione in Italia del Next generation EU, non ‘dovrebbe’ andar bene, deve andar bene, se sbagliamo l’impostazione dei prossimi decenni nel quinquiennio del PNRR, perdiamo credibilità nei confronti confronti della comunità internazionale che finanzia largamente il nostro sforzo, e poi non avremo un’ulteriore possibilità”. Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani lo dice intervenendo a ‘Radio anch’io’ su Rai Radio 1.

“Qui c’è in gioco non il futuro delle generazioni del XXIV secolo ma di quelle che oggi sono alle elementari”, ribadisce Cingolani, se sbagliamo impostazione ora il problema lo creiamo ai nostri figli,non alle generazioni che ancora non immaginiamo, credo questo sia sufficiente”. I parametri del pianeta sono in rapido peggioramento, la comunità scientifica lo sa da tempo, ma il passaggio dalla consapevolezza scientifica a quella sociale richiede anni. C’è l’urgenza di cominciare una correzione di rotta molto decisa”, avverte Cingolani, “ora tutti lo hanno capito nel mondo, anche i Paesi più restii, e questa correzione diventa urgente o a fine secolo ci troveremo un pianeta difficilmente vivibile”. “Non possiamo pensare che la transizione si possa fare in maniera ‘digitale’, in una mattina passando da sbagliato a giusto. Dobbiamo predisporre un percorso e il Recovery plan è un acceleratore per l’inizio ma non risolve tutto: ci deve mettere nella giusta condizione, sulla rotta giusta. Abbiamo 30 anni da lavorare sodo”, sottolinea Cingolani, “non dobbiamo avere fretta, averne vuol dire troppe aspettative. Dobbiamo impostare bene il discorso e prepararci a gestirlo per 30 anni”.

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