Roma Capitale

Inchiesta mascherine i difensori di Benotti: “Ha chiarito sulle provvigioni”

“Le provvigioni sono state decise dopo l’accordo con i cinesi e Andrea Vincenzo Tommasi ha dato una parte di provvigioni, pagate dai cinesi, a Benotti”. Lo hanno detto i difensori del giornalista Rai in aspettativa, Mario Benotti, dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al gip del tribunale di Roma nell’ambito del procedimento sull’acquisto di mascherine dalla Cina. I pubblici ministeri contestano il reato di traffico di influenze illecite in concorso aggravato dal reato transnazionale. 

I legali di Benotti all’esito dell’incontro di oggi con il giudice hanno annunciato un’istanza di revoca della misura interdittiva. L’atto istruttorio è durato oltre un’ora e mezzo. “Ha risposto a tutte le domande, anche a quelle dei pm, chiarendo tutta la vicenda”, hanno detto gli avvocati Giuseppe Ioppolo e Salvino Mondello. “Il nostro assistito ha spiegato lo sviluppo dei rapporti avuti con l’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, avvenuti tutti in modo trasparente, alla luce del sole, ci sono centinaia di mail con tutti i nomi. La richiesta di mascherine è venuta da Arcuri e lo Stato da questa vicenda ha avuto solo vantaggi”. 

Le indagini degli inquirenti della Procura capitolina riguardano affidamenti per un valore di 1,25 mld di euro effettuati da Arcuri a favore di tre consorzi cinesi, per l’acquisto di oltre 800 milioni di mascherine. “Le provvigioni sono state decise dopo l’accordo con i cinesi e Andrea Vincenzo Tommasi ha dato una parte di provvigioni, pagate dai cinesi, a Benotti”, hanno ancora i penalisti. Hanno scelto di non rispondere al gip gli altri indagati, Andrea 

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