Economia e Lavoro

Inflazione, Codacons fa i conti e scopre un salasso pari a 3.144 euro a famiglia. Per Federconsumatori i maggiori costi saranno pari a 2.473,40 euro

I dati Istat sull’inflazione confermano purtroppo tutti gli allarmi lanciati dal Codacons nelle ultime settimane circa il rialzo dei prezzi al dettaglio. Lo afferma l’associazione dei consumatori, commentando con preoccupazione la risalita dell’inflazione ad aprile.
“La frenata dell’inflazione registrata negli ultimi due mesi era una illusione ottica dovuta al ribasso delle bollette di luce e gas e, una volta terminato l’effetto calmierante dei beni energetici, il tasso è tornato a salire in modo preoccupante – commenta il presidente Carlo Rienzi – L’inflazione all’8,3% equivale ad una maggiore spesa pari a +2.428 euro annui per la famiglia “tipo” che sale a +3.144 euro per un nucleo con due figli, stangata causata dalla crescita ancora a ritmi sostenuti di voci come gli alimentari e il carrello della spesa, comparti che segnano rispettivamente +12,6% e +12,1% su base annua”.
“L’emergenza prezzi non è affatto superata, e il Governo farebbe bene ad intervenire con misure concrete per calmierare i listini, a partire dal taglio dell’Iva su alimentari e generi di prima necessità” – conclude Rienzi. Diverso il conto fatto da Federconsumatori. È importante evidenziare, infatti, come con l’inflazione a questi livelli le ricadute per le famiglie siano estremamente onerose: secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori pari a 2.473,40 euro annui a famiglia.Non dimentichiamo che tali aumenti non hanno un impatto uguale per tutti: pesano in misura maggiore per le famiglie meno abbienti. Un dato che non fa altro che aumentare le disuguaglianze, le ingiustizie e le difficoltà nel nostro Paese: in tal senso è urgente che il Governo affronti questa vera e propria emergenza, attraverso la definizione di politiche di contrasto alle disuguaglianze e di sostegno alle famiglie, soprattutto quelle con minore capacità di spesa.Queste ultime, infatti, sono ancora costrette a mettere in atto rinunce e sacrifici: secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori i cittadini continuano a ridurre i consumi di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); a ricercare sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 48% dei cittadini); ad effettuare acquisti presso i discount (+11,6%). È necessario adottare misure tempestive per invertire questo andamento, avviando interventi mirati al sostegno dei redditi e del potere di acquisto delle famiglie. Il taglio del cuneo fiscale va in questa direzione, ma sarebbe necessario renderlo strutturale: limitare l’intervento a solo 5 mesi è insufficiente e rappresenta l’ennesima misura spot. Anche sul fronte dell’energia sarebbe necessario ripristinare la sterilizzazione degli oneri di sistema sulla bolletta elettrica, eliminata prematuramente.

Le risorse necessarie per tali operazioni possono e devono essere reperite attraverso il potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi, all’evasione e all’elusione fiscale, disponendo anche un aumento della tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite finanziarie.

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