Politica

L’Abruzzo resta a Marsilio: Fratelli d’Italia primo partito e flop per il campo largo

di Fabiana D’Eramo

Riconfermato Marco Marsilio alla guida della Regione Abruzzo con il 53,5% dei consensi. Già eletto presidente nel 2019, il romano con genitori abruzzesi, tra i fondatori di Fratelli d’Italia ed ex senatore, accumula una decina di punti di distacco con lo sfidante di centrosinistra Luciano D’Amico. Passate le due di notte, il presidente uscente è arrivato alla festa del suo comitato dicendo: “Il testa a testa c’era solo nei loro sogni, il campo largo non è il futuro”.

E così è scongiurata almeno per ora l’ennesima crisi del centrodestra. La premier si sfrega le mani. “Marco Marsilio è il primo Presidente nella storia dell’Abruzzo ad essere riconfermato dagli elettori per un secondo mandato ed è per noi motivo di grande orgoglio. Non tradiremo la fiducia data dagli elettori. Continueremo a lavorare per restituire all’Abruzzo e all’Italia il posto che meritano. Grazie!”, esulta sui social Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia è primo partito e fagocita infatti il 24,2%. Ma non tutti i membri della coalizione possono dire di aver brillato.

Il riferimento non è a Forza Italia. Nel 2019 gli azzurri si erano attestati sull’8,6%, oggi, superando il 13%, commenta il presidente del Consiglio nazionale di FI e governatore siciliano, Renato Schifani, “ci confermiamo un partito radicato, con una prospettiva solida e tante potenzialità sia di consenso che di progettualità politica, indicata con chiarezza dal segretario nazionale Antonio Tajani” – che nel frattempo dedica la vittoria a Silvio Berlusconi.

Allora il riferimento è alla Lega. Poco da festeggiare: terzo posto per il partito di Matteo Salvini, che sui social commenta la botta con un messaggio sobrio e stringato – “Vittoria del centrodestra, avanti con il buongoverno per altri cinque anni”. Ma basta fare con confronto col passato per capire che la Lega, anziché avanti, sta andando indietro. Alle Regionali del 2019 Salvini aveva ottenuto il 26%. Ora si ritrova a chiudere la fila. Le distanze con gli alleati continuano ad allargarsi, ma la scelta di chiudere un occhio e guardare con l’altro l’esito delle elezioni in Portogallo anziché fare i conti con i propri risultati la dicono lunga sulla linea scelta per venire a patti con il proprio posto all’interno della coalizione.

Coalizione che ad ogni modo non si è fatta soffiare via l’Abruzzo dagli avversari, frenando l’euforia giallorossa per il successo di Alessandra Todde. Ben lontana dal bis sardo, a cui comunque aveva creduto fino alla fine, e tolta la delusione per l’affluenza sotto le attese, la larga lista a favore di D’Amico –  Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, Azione, Riformisti e civici – non perde tempo a recriminarsi niente. Anche se così in Italia il centrodestra governa in quattordici regioni e la sinistra solo in sei.

In realtà il Partito Democratico, con il suo 20,3%, è cresciuto sia rispetto alle precendenti Regionali sia rispetto alle Politiche. A tirarlo indietro è stato l’alleato pentastellato. Il Movimento 5 Stelle si ferma al 6,9%, quando alle precedenti Regionali, correndo da solo, aveva ottenuto il 24%. Un pesante crollo accolto da una delusione per lo più muta. “Il Movimento soffre le elezioni locali, abbiamo difficoltà”, ha ammesso Gianluca Castaldi, coordinatore del M5s in Abruzzo. D’Amico, appresa la sconfitta nella sua casa nel centro di Pescara, si dice “comunque felice.” E anche Calenda commenta il suo 4% come un “ottimo risultato, tutto sommato”.

Il flop dunque non sgonfia il campo largo. Schlein e Conte vogliono continuare a correre insieme: dall’alleanza giallorossa non si torna indietro.

aggiornamento elezioni in Abruzzo ore 13.57

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