Economia e Lavoro

L’Fmi promuove l’Italia e alza le stime di crescita: “Nel 2023 (+1,1%)”

Il Fondo Monetario Internazionale rivede al rialzo le stime di crescita dell’Italia, la cui performance quest’anno sarà migliore di quella di Germania, Francia e della media dell’area euro. Il Pil italiano è stato alzato di 0,4 punti percentuali nel 2023 al +1,1%, mentre quello per il 2024 è stato ritoccato al rialzo di 0,1 punti al +0,9%.  L’economia tedesca si contrarrà quest’anno dello 0,3% mentre quella francese crescerà dello 0,8%. La crescita di Eurolandia è prevista quest’anno al +0,9%. Germania in difficoltà, a causa della debolezza della produzione manifatturiera e della contrazione economica registrata nel primo trimestre del 2023 ha visto le previsioni riviste al ribasso (0,2 punti percentuali) a -0,3%. Il Fmi prevede che lacrescita nell’area dell’euro diminuirà dal 3,5% del 2022 allo 0,9% nel 2023, prima di salire all’1,5% nel 2024. La previsione è sostanzialmente invariata, ma con un cambiamento in composizione per il 2023. Il Fondo Monetario Internazionale osserva che “negli Stati Uniti, la crescita dovrebbe rallentare dal 2,1% del 2022 all’1,8% nel 2023, per poi scendere ulteriormente all’1,0% nel 2024. Per il 2023, le previsioni sono state riviste al rialzo di 0,2 punti percentuali, a causa della crescita dei consumi nel primo trimestre, riflesso di un mercato del lavoro ancora rigido che ha sostenuto l’aumento del reddito reale e la ripresa degli acquisti di veicoli”. È scritto nell’aggiornamento del World Economic Outlook. Tuttavia, “non si prevede che questo slancio di crescita dei consumi sia duraturo: I consumatori hanno ampiamente esaurito i risparmi in eccesso accumulati durante la pandemia e si prevede che la Federal Reserve aumenterà ulteriormente i tassi.

“Il saldo dei rischi per la crescita globale rimane orientato verso il basso” ha precisato l’FMI. Il pericolo numero uno resta lo stesso: l’inflazione. Quest’ultima potrebbe rimanere elevata e persino aumentare se si verificassero ulteriori shock, compresi quelli derivanti da un’intensificazione della pressione della guerra in Ucraina ed eventi meteorologici estremi, che hanno innescato una politica monetaria più restrittiva. Nel settore finanziario la turbolenza potrebbe riprendere quando i mercati si adegueranno a un ulteriore inasprimento delle politiche da parte delle banche centrali. La ripresa della Cina potrebbe rallentare, anche a causa di problemi immobiliari irrisolti, con ricadute transfrontaliere negative. Le tensioni sul debito sovrano potrebbero diffondersi a un gruppo più ampio di economie. Sul versante dei rischi al rialzo “l’inflazione potrebbe scendere più velocemente del previsto, riducendo la necessità di una politica monetaria restrittiva, e la domanda interna potrebbe nuovamente dimostrarsi più resiliente”.

Un quadro che fa affermare agli economisti del Fondo che “nella maggior parte delle economie, la priorità resta il raggiungimento di una disinflazione duratura, garantendo nel contempo la stabilità finanziaria. Pertanto, le banche centrali dovrebbero rimanere concentrate sul ripristino della stabilità dei prezzi e sul rafforzamento della vigilanza finanziaria e monitoraggio del rischio”.

Related posts

Bruciati da inflazione e caro tassi 693 miliardi di ricchezza finanziaria delle famiglie. Il focus Confcooperative-Censis

Redazione Ore 12

Carburanti, i rincari producono un effetto a catena sull’85% della spesa degli italiani

Redazione Ore 12

Lagarde (Bce) conferma la linea: “Fine del QE e rialzo dei tassi. Normalizzazione e non inasprimento”

Redazione Ore 12