Regno Unito, Francia e Germania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui ammoniscono l’Iran a non attaccare Israele, invitandolo ad evitare di far precipitare la regione in una guerra totale e hanno avvertito: “si assumerà la responsabilità”. Lo riportano i media israeliani. “Siamo profondamente preoccupati per l’acuirsi delle tensioni nella regione e uniti nell’impegno per la de-escalation”, si legge nella dichiarazione: “Invitiamo l’Iran e alleati ad astenersi da attacchi che farebbero salire le tensioni mettendo a repentaglio l’opportunità di un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi”. Sulla possibilità di un attacco, la presa di posizione del ministro della difesa israeliano Gallant: “Siamo in un momento di vigilanza e prontezza, le minacce provenienti da Teheran e Beirut potrebbero concretizzarsi ed è importante spiegare a tutti che prontezza, preparazione e vigilanza non sono sinonimi di paura e panico. Negli ultimi giorni, abbiamo dedicato il nostro tempo al rafforzamento delle difese e alla creazione di opzioni offensive in risposta, e anche come iniziativa se necessario, ovunque e in qualsiasi regione, per proteggere Israele”, ha detto”. Va detto poi che i piani di difesa ed eventuale attacco da parte di Israele, sono, fino ad ora, condivisi con il principale partner di Tel Aviv, ovvero gli Stati Uniti: Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha parlato nella notte con il suo omologo americano, il segretario alla Difesa Lloyd Austin. Nel corso del loro colloquio, il settimo nelle ultime due settimane, Gallant e Austin hanno “discusso del coordinamento operativo e strategico alla luce dei recenti sviluppi”. “Gallant ha illustrato la prontezza e le capacità delle Forze di difesa israeliane di fronte alle minacce poste dall’Iran e dai suoi alleati regionali e ha discusso l’interoperabilità con l’ampia gamma di capacità militari statunitensi dispiegate nella regione”, afferma il ministero. Gallant ha anche “sottolineato l’urgenza di raggiungere un accordo per il rilascio degli ostaggi e ha ringraziato l’amministrazione statunitense per la sua leadership e il suo impegno su questo tema”. Intanto per dare certezze, purtroppo a quello che potrebbe accadere nelle prossime ore va detto che tutte, o quasi, le compagnie aeree che coprono la tratta mediorientale congelano le rotte, Lufhtansa ha dichiarato di aver deciso di prolungare la sospensione dei voli verso Tel Aviv, Teheran, Beirut, Amman ed Erbil fino al 21 agosto a causa delle continue tensioni nella regione. Il gruppo ha aggiunto che eviterà di utilizzare lo spazio aereo iraniano e iracheno fino alla stessa data, una proroga rispetto alla precedente data del 13 agosto. Anche Air France e la sua controllata Transavia France hanno nuovamente prorogato la sospensione dei loro voli per Beirut, fino a mercoledì 14 agosto, a causa delle continue tensioni nella regione. Lo hanno fatto sapere le stesse compagnie aeree. I voli sono sospesi dal 29 luglio a causa della “situazione della sicurezza in Libano” e la loro ripresa “sarà soggetta a una nuova valutazione della situazione sul terreno”, ha precisato Air France in una nota. La compagnia francese ha affermato che “la sicurezza dei suoi clienti e degli equipaggi è la sua priorità assoluta”. I clienti che hanno prenotato voli prima del 18 agosto possono annullare o modificare il proprio viaggio senza alcun costo. Anche altre compagnie internazionali hanno cessato di servire Beirut per i timori di un’escalation militare tra Israele e Hezbollah. Air France ha invece confermato i suoi voli per Tel Aviv mentre alcuni vettori internazionali, come l’italiana ITA, hanno sospeso i loro voli almeno fino al 15 agosto.