Cronaca

L’Italia rigenera il 98% degli oli lubrificanti esausti

 

di Gino Piacentini

In Italia da quasi 40 anni esiste un’eccellenza che recupera e rigenera il 98% degli oli lubrificanti esausti. Stiamo parlando del CONOU, Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati, che anche quest’anno si conferma eccellenza europea nella raccolta e rigenerazione dei lubrificanti utilizzati nel settore industriale e dell’autotrazione per il funzionamento degli impianti e dei motori.

Stiamo parlando di una particolare tipologia di rifiuto considerato altamente pericoloso per l’ambiente, basti pensare che la dispersione di quattro chili di olio usato – che rappresentano per quantità il cambio dell’olio di un’auto – inquinano una superficie pari a un campo di calcio, impedendo l’ossigenazione e provocando la morte degli organismi viventi.

Dalla necessità di non disperdere un rifiuto potenzialmente così pericoloso, il CONOU svolge dal 1983 attività di recupero e rigenerazione con percentuali elevatissime. Infatti anche per il 2022, a fronte delle 181 mila tonnellate raccolte, sono 118 mila le tonnellate di oli lubrificanti rigenerati e trasformati in nuova materia prima, ovvero in basi lubrificanti che hanno le stesse caratteristiche di quelle vergini. Questi risultati sono incredibili se consideriamo che nel resto d’Europa solamente il 61% dell’olio minerale esausto viene rigenerato, mentre per la rimanente parte viene bruciato.

Questo è quanto emerge proprio dall’ultimo Rapporto di Sostenibilità del CONOU presentato a Roma, lo scorso 30 maggio, presso Terrazza Civita, a cui hanno partecipato tra gli altri Riccardo Piunti, Presidente del CONOU, Carlo Calenda, Segretario Azione e Stefano Ciafani, Presidente Nazionale Legambiente.

I numeri del rapporto parlano chiaro, grazie alle attività del CONOU e della sua filiera, che conta 60 aziende e 443 addetti distribuiti su tutto il territorio nazionale, solo nel 2022 è stato possibile evitare l’immissione in atmosfera di 64 mila tonnellate di CO2, con un consumo in meno di circa 7 milioni e mezzo di giga joule di combustibili fossili, che hanno consentito al nostro paese di risparmiare circa 130 milioni di euro per importazioni di greggio.

L’esperienza del CONOU testimonia come l’economia circolare sia un modello efficace dalle grandi potenzialità. Infatti i suoi benefici non si limitano alla tutela dell’ambiente, ma si estendono anche alla creazione di valore economico e di posti di lavoro.

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