di Viola Scipioni
In molti se lo aspettavano, la notizia vagava tra i piani alti di Itala viva già da qualche giorno: l’esponente del partito, Luigi Marattin, ha detto addio a Matteo Renzi, annunciando una nuova avventura politica. Nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei deputati lunedì 9 settembre, il deputato e alcuni dirigenti locali hanno affermato: «è con forte dispiacere, ma con altrettanto forte convincimento, che annunciamo il nostro addio alla comunità di Italia viva. Per molti di noi questa non è solo la fine di un percorso durato cinque anni, ma di un percorso molto più lungo con Matteo Renzi». Marattin, infatti, è sempre stato noto per essere stato un grande seguace di Renzi già dai tempi del Pd ma questa svolta troppo a sinistra dell’ex premier non ha convinto il deputato con obiettivi più centristi. È già da qualche settimana, infatti, che Elly Schlein cerca di includere Renzi e il suo partito all’interno del campo largo, ma la scelta di allearsi anche con il M5S ha lasciato perplessi i più moderati del movimento politico. «Quello che contesto a Matteo è che quella scelta doveva passare attraverso un percorso interno. Credo che sia legittimo pensare che il bipolarismo abbia vinto e che quindi la strada sia quella di “moderare” uno dei due poli, credo sia una posizione legittima ma assolutamente sbagliata» ha affermato Marattin, annunciando l’inizio di una nuova associazione politica, Orizzonti Liberali. «Non è un partito. Il virus dei partiti personali ha ammazzato oltre che il terzo polo anche il dibattito politico. Dotare l’Italia, nei prossimi tre anni, di quel movimento liberal democratico e riformatore che sia nelle condizioni di presentarsi alle prossime elezioni e che rappresenti l’interfaccia politica di quel rapporto Draghi che a oggi in Italia non ha interpreti. Il percorso non sarà facile e comodo, ma bellissimo oltre che necessario», qualcosa che nasce come movimento, quindi, destinato poi a diventare un partito politico a tutti gli effetti. I più scettici si sono domandati il perché di questa scelta, soprattutto considerando l’esistenza del partito di Azione con Carlo Calenda e le poche personalità che sono effettivamente uscite da Italia viva: un parlamentare su sedici; undici membri dell’assemblea nazionale su trecentocinquanta; zero consiglieri regionali su diciannove. La scelta probabilmente risiede nel fatto che neanche Calenda non è mai riuscito a creare un partito di centro e liberale serio che possa servire al paese: si pensi al disastroso risultato ottenuto alle europee di giugno, dove Azione non è riuscita neanche ad ottenere un seggio in Parlamento. L’esponente e deputata del partito di Calenda, Giulia Pastorella, ha commentato così: «ho seguito con interesse la conferenza stampa con Marattin ha annuncialo la nascita della nuova associazione Orizzonti Liberali. Sapere che Azione non è sola nel tentativo di scardinare questo sistema bipolare mi dà speranza. Sono fiduciosa che con lui e gli altri amici che non si riconoscono né nel centrodestra né nel centrosinistra riusciremo a costruire un’alternativa basata su una visione comune del paese». D’accordo, allora, sperando chiaramente che stavolta nessuno degli esponenti ricopra il ruolo di Narciso in modo da poter riuscire a costruire qualcosa nel centro senza badare troppo agli interessi personali.