Politica

M5S, volano gli stracci. Conte vuole arretrati e Tfr di Di Maio e degli scissionisti, verso la battaglia legale

 

Non si placa la faida tra il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, ex capo politico del gruppo fondato da Beppe Grillo. “Perché Di Maio e gli altri scissionisti dovrebbero restituire i soldi? In virtù di un regolamento che Di Maio ha elaborato, proposto e fatto approvare dal Comitato di garanzia dell’epoca. Di Maio dovrebbe semplicemente rispettare quel che hanno scritto lui e gli altri scissionisti”. Sono parole di Conte, primo ospite della nuova stagione La Confessione di Peter Gomez che andrà in onda nella serata di venerdì 9 dicembre su Nove alle 22:45.

L’ex premier è tornato in questo modo sulla polemica incentrata sulla restituzione del Tfr al M5S da parte di Di Maio e dei suoi 60 seguaci che hanno tradito il partito per migrare verso il fallimentare progetto di Impegno Civico.

Alle parole di Conte, il conduttore ha risposto: “Andrete in causa se non pagano?”.

La risposta del leader pentastellato è stata chiara e diretta. “Ovviamente non possiamo lasciar cadere la cosa. È un impegno che hanno assunto loro”, ha detto.

Il nuovo regolamento di Conte

In merito alla questione, secondo quanto rivelato da Repubblica, Conte starebbe lavorando a un documento che introdurrà nuove regole sul trattamento economico dei parlamentari e degli ex parlamentari come, ad esempio, Di Maio. Il documento prevede che gli ex deputati e senatori che sono usciti dal M5S restituiscano 30 mila euro dei 45 mila di Tfr ricevuti, rispettando le regole varate ad aprile 2021. Per coloro che sono ancora iscritti, invece, come previsto dalla bozza consegnata ai membri del Comitato di Garanzia Roberto FicoVirginia Raggi e Laura Bottici, gli iscritti dovrebbero restituire solo il 20% del Trattamento di fine rapporto pari, dunque, a 9 mila euro.

Per ora, l’ex titolare della Farnesina ha annunciato di “non aver ricevuto alcuna somma relativa al Tfr” e che, quando ne entrerà in possesso, “comunicherà le modalità con cui aiuterà la collettività”.

Intanto, il nuovo regolamento di Conte affronta anche il tema della retribuzione dei parlamentari in carica che dovranno rinunciare a 2.500 euro del loro stipendio. Mentre in passato 1.000 euro venivano destinati al M5S e 1.500 alla collettività tramite le restituzioni per finanziare il microcredito o le associazioni no profit, in futuro le cose cambieranno. Al partito, infatti, andranno 2.000 euro e solo 500 euro saranno destinati alle restituzioni. La somma potrebbe essere anche usata per finanziare la scuola di formazione politica del M5Spresso la quale potrebbero finire i volti storici del partito che hanno completato i due mandati. È il caso di Paola Taverna o Roberto Fico.

Una simile inversione di rotta rappresenterebbe un espediente per consentire a Conte di sopravvivere nonostante il numero nettamente inferiore di parlamentari pentastellati nella nuova legislatura.

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