Cronaca

  Matteo Messina Denaro: “Io non mi farò mai pentito”. Il boss è stato ricoverato in ospedale in gravi condizioni

“Io non mi farò mai pentito”. Questo è quanto ha affermato Matteo Messina Denaro, ai magistrati che lo interrogavano dopo il suo arresto. E’ uno stralcio del faccia a faccia con  il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e all’aggiunto Paolo Guido, il boss ha negato di aver commesso stragi e omicidi: “Non c’entro nella maniera più assoluta. Poi mi possono accusare di qualsiasi cosa, io che ci posso fare”. Lo stesso ha fatto riguardo alle accuse di traffico di droga. Anzi: “Io mi sento uomo d’onore ma non come mafioso. Cosa nostra la conosco dai giornali. Magari ci facevo affari e non sapevo che era Cosa nostra”, ha detto ai magistrati. Ha però ammesso di aver avuto una corrispondenza con il capomafia Bernardo Provenzano. “Una cosa fatemela dire. Forse è la cosa a cui tengo di più. Io non sono un santo…ma con l’omicidio del bambino non c’entro”, ha poi detto in riferimento alla tragica fine del piccolo, Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito Mario Santo Di Matteo, rapito nel 1993 e sciolto nell’acido dopo essere stato tenuto in ostaggio per quasi 800 giorni. Ma ora il boss si sta lentamente spegnendo in carcere per una inesorabile malattia. Va detto che le condizioni di salute del boss sono ormai in progressivo peggioramento. L’ex latitante è stato ricoverato all’ospedale San Salvatore de L’Aquila. Il boss, che vive ristretto al 41bis, nelle ultime settimane ha subito un peggioramento delle sue condizioni di salute a causa del tumore di cui è affetto. Messina Denaro si trova ora nel reparto di Chirurgia. Imponenti le misure di sicurezza attorno al nosocomio abruzzese. Dal 16 gennaio, giorno della sua cattura mentre stava recandosi in una clinica privata di Palermo, il boss era detenuto nel supercarcere del capoluogo abruzzese. Messina Denaro si sottopone periodicamente a dei cicli di chemioterapia in una stanza allestita appositamente all’interno del penitenziario abruzzese. Le condizioni del boss sarebbero in lento ma costante peggioramento da diverso tempo. Nelle scorse settimane aveva subito anche un piccolo intervento di carattere urologico nell’ospedale San Salvatore de L’Aquila. “Visto lo stadio al quale è arrivata la sua malattia non può più stare in carcere”, ha affermato al telefono con la Dire il legale del boss, Alessandro Cerella, del foro di Vasto. Cerella, che insieme con la collega Lorenza Guttadauro, nipote di Messina Denaro, difende l’ex latitante, poi aggiunge: “Non mangia e si alimenta soltanto con succhi di frutta. Viste le condizioni di salute, c’è soltanto un luogo idoneo alla sua detenzione: l’ospedale”. Per questo, il legale si è detto pronto “anche a ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo, se necessario”.

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