Politica

Maturità e alternanza scuola-lavoro, in piazza la ribellione degli studenti

Gli studenti sono tornati a protestare in tutta italia. Molte le manifestazioni che si sono svolte in praticamente tutte le città d’Italia. Anche a Roma, dove gli studenti hanno ribadito la loro contrarietà alle prove scritte agli esami di maturità.
“Chiediamo un tavolo sulla maturità e non ci fermeremo continueremo a manifestare finché non saremo ascoltati”, ha detto uno studente. Il ripristino della prova di maturità con due scritti “non ci soddisfa perché è una presa in giro – ha detto – al portale scolastico Orizzonte scuola Tommaso Biancuzzi, membro della Rete studenti medi –  un modo per raccontarci e che va tutto bene e che il peggio è passato”, mentre in realtà: “I maturandi di quest’anno hanno vissuto tre anni infernali, prima con la chiusura generalizzata, poi con quelle a singhiozzo e infine con la confusione di questi ultimi giorni. Non tenere conto di questa condizione significa prendersi in giro e cedere alla retorica a discapito dei fatti”. Gli studenti chiedono una tesina scritta sotto la supervisione dei loro insegnanti al posto delle prove scritte.molti studenti sono scesi in piazza per protestare anche contro l’alternanza scuola/lavoro, i tirocini e le scarse condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro. Gli studenti, accusano queste formule di alternanza di ridurre il monte ore a disposizione per la didattica e di complicare il lavoro dei dirigenti scolastici, costretti a cercare aziende con cui stabilire partnership. Attaccano anche la filosofia alla base dell’alternanza che, accusano, considera la scuola come un luogo che deve esclusivamente formare al lavoro.  Si tratta degli stessi temi sollevati alle manifestazioni convocate la scorsa settimana dopo la morte di Lorenzo Parelli, uno studente diciottenne di un istituto professionale, morto l’ultimo giorno di tirocinio in un incidente sul lavoro. Poi sulla presunta repressione della forze dell’ordine. Neanche le dichiarazioni della Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese hanno rasserenato i ragazzi: “Non veniamo considerati e quando diciamo la nostra, veniamo repressi. Le parole della Lamorgese? Di cosa dovrei sentirmi contento? Quando la polizia non romperà la testa ai ragazzi con i manganelli mi riterrò soddisfatto”, ha detto un altro manifestante.

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