Politica

Migranti, l’opposizione divisa ci ricorda che c’è ancora una differenza tra Pd e Cinque Stelle

 

di Fabiana D’Eramo

 

L’opposizione si divide sui migranti. L’alleanza che tiene stretti Partito democratico e Cinque stelle si sfilaccia, Schlein tiene il filo mentre Conte si allontana. Senza compattezza, è difficile mettere su un’opposizione di vigore in grado di sfidare il governo, soprattutto se si è uniti su tutto fuorchè sul cavallo di battaglia della maggioranza, ma almeno aiuta a ricordarci chi è chi. A distinguere due partiti che dopo Letta sono tornati a stringersi la mano, a perdere i propri contorni per fondersi in un’unica materia grezza. Sull’immigrazione il Pd ha una proposta, anzi sette, il Movimento ne ha un’altra, immagina una terza via – quale? – e la lite riparte.

Ma nell’ultima conferenza stampa l’attacco di Schlein è tutto contro Meloni. Su Conte si lascia scappare giusto una battuta: “Se va a destra sui migranti, ci regala uno spazio a sinistra”. Ma non è detto che ritornare ognuno al proprio posto sia utile in termini di gioco. Per fare opposizione al governo bisogna essere uniti, soprattutto se le proposte dei singoli partiti raggiungono con fatica l’elettorato. Questo Schlein lo sa, e infatti, con l’approssimarsi delle Europee, si sforza di rammendare il rapporto.

Conte non è proprio della stessa idea. “Il Pd è per l’accoglienza indiscriminata? Secondo noi non è possibile, come non è possibile il blocco navale”, commenta l’avvocato. “Noi siamo per una terza via sull’immigrazione. Il concetto di sovranità appartiene a tutti, tutti gli stati hanno diritto a stabilire regole di ingresso, permanenza e transito.”

Al che la segretaria dem commenta: “La sua terza via sui migranti? Non si capisce” e ribatte che non si fa dare lezioni “da chi non sa fare autocritica”. E cioè da chi governava quando i decreti sicurezza sono finiti sui banchi della Camera, quando all’avvio delle conversazioni tra Cinque Stelle e Lega tutti sapevano precisamente che sarebbero state prese misure anti immigrazione che invocavano la chiusura dei porti.

Il Pd propone invece l’accoglienza di chiunque arrivi per poi provare a chiedere la redistribuzione in Europa. Tra i modi per farlo, “la riforma del trattato di Dublino. C’è chi dice: è impossibile. Ma allora vuol dire rinunciare a fare politica”, spiega Schlein.

Ribadisce, il Pd, che sia importante rafforzare a livello europeo le politiche riguardanti la cooperazione internazionale, oltre che salvare vite ed evitare che “Lampedusa divenga un hub naturale per il suolo europeo”. Al tal proposito Schlein ha accusato il governo di essere fuggito dalle sue responsabilità e di aver lasciato sindaci e Comuni in difficoltà. “La destra italiana sull’immigrazione ha fallito”, dice duramente.  È necessario “un grande piano per l’accoglienza diffusa” e “una Legge quadro sull’immigrazione che sostituisca la Bossi-Fini, fondata sull’immigrazione legale”, così da contrastare i traffici di esseri umani e tutelare chi cerca protezione internazionale, chi migra in cerca di lavoro, e in particolare i minori non accompagnati.

Su queste proposte il Pd non ha ricevuto riscontro da parte del governo, e dall’alleato pentastellato si è fatto bacchettare. Ma Schlein è stata molto dura solo con Meloni: “Mi accusa di fare propaganda, ma il suo fallimento è sotto gli occhi di tutti. È un governo che è tutto chiacchiere e distintivo. La presidente del consiglio, che professava l’uscita dall’euro, il blocco navale e il taglio delle accise sulla benzina, la difesa dei lavoratori, si è dimostrata campionessa mondiale di boomerang che poi tornano addosso al Paese. Si ricordi che al governo c’è lei”.

Su questo Conte è d’accordo: “Abbiamo un governo che quando si riaccendono i fari dell’opinione pubblica sul disastro che hanno combinato sul fronte dell’immigrazione non fa altro che adottare un nuovo decreto. E ogni volta è un nuovo spot pubblicitario che non risolve nulla.” Infatti ci tiene molto a precisare che quello che lo distingue da queste forze di destra, “e su cui ho avuto non pochi contrasti anche con Salvini all’epoca del Conte I, è che si faccia propaganda e si crei illusione.” Ma sostenere tutto questo non significa assumere una posizione meno populista e demagogica.

E infatti se il leader del Movimento comincia a parlare come il governo, se invoca concetti come “sovranità” e “accoglienza indiscriminata”, entra di diritto nel campo semantico della destra, lasciando, sì, ai dem modo di riprendersi tutto il loro spazio, senza doverlo condividere con un ingombrante alleato che sembrava volersi fare addirittura più progressista e radicale di loro. Resta però il fatto che su tutto il resto continuano a camminare vicini e a tenersi per mano. Il Pd che vuole davvero contrastare la deriva di un dibattito pubblico in cui tutto ciò che conta è la percezione dei fatti, e non i fatti stessi, e che vuole essere più incisivo e rispondere colpo su colpo al governo, almeno sull’immigrazione, che è finora l’unico punto su cui Schlein non vacilla, si ricordi chi è il suo alleato, a chi somiglia di più, se a a lei o al governo. Si ricordi che all’opposizione ci sono Conte e lei, insieme.

aggiornamento migranti ore 14.45

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