Cronaca

Morire a 18 anni in uno stage scuola-lavoro. La protesta di Rete studenti e Sindacati

 

Un ragazzo di 18 anni è morto  in un incidente all’interno di un’azienda a Noventa di Piave (Venezia), la BC Service, specializzata nella lavorazione del metallo. Era uno studente di un istituto tecnico di Portogruaro e stava svolgendo uno stage in azienda per acquisire crediti. Il giovane, secondo le prime informazioni, è stato colpito da una lastra di metallo che gli ha schiacciato le gambe e che era caduta dai cavalletti ai quali era appoggiata. È stato soccorso ma è morto poco dopo.

In una nota la Rete degli Studenti Medi attacca: “Da sempre sottolineiamo la totale insicurezza del mondo del lavoro e degli stage scolastici. I fatti gravissimi dello scorso gennaio e febbraio hanno contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica e portare all’attenzione di Governo e Ministero il tema. Chiedevamo di abolire i Pcto e riformare il rapporto tra scuola e lavoro, costruendo tirocini in luoghi di lavoro sicuri. Nulla è stato fatto e oggi ci troviamo di nuovo di fronte ad un terribile incidente. Si deve agire subito, non è scuola un luogo che fa morire i nostri coetanei. Ministero convochi d’urgenza un tavolo con i sindacati studenteschi”.

“Basta all’alternanza scuola-lavoro! Questo sfruttamento legalizzato dev’essere fermato subito! Quanti ragazzi morti ancora dobbiamo contare prima che si agisca in tal senso!?”. Così Antonio Silvestri, segretario generale Fiom Veneto che aggiunge: “Le fabbriche non sono posti sicuri, purtroppo le statistiche raccontano questo, però si ritiene accettabile farci entrare i nostri figli e le nostre figlie senza la dovuta accortezza e preparazione? Non è forse ora di dire basta una volta per tutte e di investire veramente sulla sicurezza e sulla formazione? Formazione sull’importanza dei diritti, della salute, della sicurezza, della dignità nei luoghi di lavoro per tutti i lavoratori e tutte l lavoratrici del presente e del futuro”.

“Si continua a morire nei luoghi di lavoro, ogni giorno aumenta drammaticamente il contributo di sangue che i lavoratori e le lavoratrici danno a beneficio del profitto e della produttività. Tutto questo è inaccettabile ed è una vergogna nazionale quanto sta succedendo. Morire durante uno stage, poi, è qualcosa che lascia sgomenti e senza parole”. Queste le parole di Michele Valentini, segretario generale della Fiom di Venezia. E ancora: “Bisogna fermare con tutti i mezzi possibili questa mattanza, a cominciare dall’abrogazione di questa norma che mette a rischio l’incolumità di ragazzi giovani che dovrebbero essere in un ambiente sicuro quando studiano. La Fiom con tutti i metalmeccanici e le metalmeccaniche si stringono attorno al dolore dei suoi familiari e amici”.

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