“Abbiamo inferto colpi devastanti ai nostri nemici. Combattiamo l’asse del male iraniano, e siamo pronti a tutti gli scenari, ci aspettano giorni difficili”. Così Benjamin Netanyahu ha commentato la situazione in Medio Oriente dopo l’uccisione del capo di Hamas, Ismail Haniyeh, in un raid di Israele. “Il nostro obiettivo è distruggere Hamas, continueremo a dar la caccia ai suoi leader”, ha aggiunto il primo ministro. Una risposta precisa alle parole della Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, che ha tuonato: ci sarà “una punizione severa” per il “regime sionista terrorista e criminale”. Netanyahu, però, non accenna ad arretrare: “Israele– ha dichiarato- esigerà un prezzo pesante per qualsiasi aggressione. È una guerra di sopravvivenza contro l’anello di missili di terrore intorno a noi”. “Da tempo sono sotto pressione in patria e all’estero per porre fine alla guerra: non ho ceduto a quelle richieste prima e non cedo neanche adesso”, ha concluso. Poi l’ex capo dell’intelligence dell’Idf Yadlin in un colloquio con La Stampa. “La possibilità di una de-escalation, adesso, è sicuramente più bassa. È vero, abbiamo fatto un ulteriore passo di avvicinamento verso una guerra su vasta scala. Ma allo stesso tempo ne siamo ancora sufficientemente lontani”. åIsraele, spiega Yadlin ricorrendo a una metafora olimpica, “ha vinto la medaglia d’oro nello sprint. Tuttavia, questa è una maratona e potrebbero esserci reazioni che richiedono prontezza”, prosegue. Resta quindi convinto l’analista, che entrambe le parti stanno “cercando di adottare un modus operandi che sia abbastanza potente come statement ma non degeneri. Il vero pericolo è nella percezione delle linee rosse e negli errori di calcolo”, spiega aggiungendo che Hezbollah e gli ayatollah, ora, si troverebbero “esattamente nella stessa posizione di Israele dopo il massacro di Majdal Shams. Quindi il menu è aperto. Ma non credo che vedremo presto una reazione”. In fin dei conti, conclude Yadlin, anche se c’è stata una violazione territoriale, a essere assassinato non è stato un iraniano. “Con tutto il rispetto – commenta – non ce li vedo ad andare in guerra per i palestinesi”.
L’ORDINE DI COLPIRE ISRAELE
Intanto, dopo le parole di questa mattina, Khamenei, avrebbe impartito l’ordine di colpire Israele. A rivelarlo è il New York Times che cita tre funzionari iraniani che sarebbero a conoscenza di ciò. I comandanti militari iraniani starebbero valutando un attacco combinato di droni e missili su obiettivi militari nelle vicinanze di Tel Aviv e Haifa, un colpo ben calibrato per evitare qualsiasi obiettivo civile. Tra le ipotesi anche quella attacco coordinato dall’Iran e da altri fronti, tra cui Yemen, Siria e Iraq.Oggi è stata disposta una riunione di emergenza del consiglio di sicurezza dell’Onu sull’uccisione di Ismail Haniyeh.
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aggiornamento la crisi mediorientale ore 15.32