Roma Capitale

Nuova scoperta archeologica: la Dea Roma emerge dallo scavo di Porta Metronia.

di Sara Valerio

 

Un rarissimo vetro con l’immagine della dea Roma, personificazione dell’antica città, è stato ritrovato negli scavi della Metro C di Roma nei pressi della stazione di Porta Metronia, non lontano dal Colosseo. Si tratta di una preziosissima scoperta archeologica: non accade spesso, infatti, di ritrovare un reperto in vetro in buono stato di conservazione, data la fragilità del materiale e mai ne era stato recuperato uno con un ritratto della dea Roma, un caso unico, il primo documentato.

Simona Morretta, funzionaria archeologa della Soprintendenza speciale di Roma,responsabile dello scavo, ha spiegato che: “Il ritrovamentonon ha confronto allo stato attuale degli studi”, si tratta di un oggetto di “straordinaria finezza esecutiva”, il fondo di una coppa, grande circa come il palmo di una mano, “un manufatto particolare che spesso veniva utilizzato come dono”. Tuttavia non sappiamo se si trattasse di una coppa realmente utilizzata per bere oppure se fosse un soprammobile, per abbellire la casa. “Era un oggetto preziosoe quando si è rotto o scheggiato non l’hanno voluto buttare. Ma dato che non si poteva riparare, ne è stato ’ritagliato’ il fondo, e può darsi che sia stato esposto su un mobile o appeso a una parete” ha concluso l’archeologa.

Per quanto riguarda la probabile datazione,di certo non appartiene al contesto in cui è stato trovato: i resti della struttura militare adiacentefurono infatti abbandonati alla metà del III secolo, per essere riconvertiti ad altro. Le mura vennero tagliate, gli spazi riadattati e le macerie ricoperte sotto cumuli di terra. Ed è proprio da questi strati di interro che è emerso il vetro dorato databile a un’epoca posteriore, agli inizi circa del IV secolo.

Lo stesso culto della Dea Roma, che personificava la città e più in generale lo Stato romano, ha origini particolari. Nacque e si affermò tra il III e il II sec. a.C., sotto la suggestione della conquista romana, nell’area orientale del Mediterraneo, in regioni dove l’abitudine ellenistica alla divinizzazione dei sovrani offriva i presupposti ideali per la creazione di una divinità di carattere politico.  Le prime immagini della dea sono rintracciabili su monete romane del 269 a.C., mentre quelle rinvenute a Locri sono databili al 204 a. C. La divinità era raffigurata come una donna in veste amazzonica, armata di spada, talvolta clipeata o coronata di alloro, con vicino una Vittoria alata o altri simboli.

Ben nota è la sua raffigurazione sull’Ara Pacis Augustaee sulla base della colonna dell’imperatore Antonino Pio. Nell’Urbe il suo culto si celebrava presso ilTempio di Venere, divinità con la quale Roma condivideva il trono della città,edificato sotto l’imperatore Adriano.Il tempio conteneva l’immagine ellenizzata della Dea seduta, con il Palladium nella mano destra, simbolo dell’eternità di Roma.

Il rarissimo reperto vitreo sarà esposto nella stazione – museo di Porta Metronia: i resti della caserma romana ritrovata nell’area, di eccezionale importanza storico-artistica,saranno infatti accessibili al pubblico non appena il cantiere sarà chiuso nel 2024 e il museo allestito. 

 

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