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Ottomila euro per viaggiare sul barcone naufragato a Crotone. Piantedosi: “Serve un’azione decisa dell’Ue”

 

“Gli ultimi aggiornamenti della prefettura di Crotone confermano la morte di 64 persone, 14 delle quali minori, i superstiti sono 80“. È questo il bilancio del tragico naufragio di domenica nelle acque antistanti Steccato di Cutro (Crotone), che Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, rende noto nel corso della sua audizione in Senato alla commissione Affari costituzionali.

L’ultima salma è stata recuperata questa mattina. Si tratta di un uomo, il cui corpo è stato avvistato dalla Guardia costiera e recuperato dalle squadre dei Vigili del fuoco. Salgono così a 64 i morti. E, mentre proseguono le ricerche dei dispersi, le forze dell’ordine hanno individuato tre presunti scafisti del barcone. L’attività è stata coordinata dalla procura della Repubblica di Crotone ed eseguita dai carabinieri, finanzieri e polizia. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, i migranti avrebbero pagato 8mila euro ciascuno per il viaggio. Nel frattempo a Crotone è arrivata anche una squadra di vigili del fuoco sommozzatori, proveniente da Taranto, che si aggiungerà alle squadre marine e di terra che stanno operando nel tratto di costa da Botricello a Le Castella.  “Secondo quanto riferito dai sopravvissuti, l’imbarcazione era presumibilmente condotta da tre scafisti, di cui uno sottoposto a fermo“, spiega il ministro dell’Interno. Quella avvenuta nelle acque antistanti Steccato di Cutro (Crotone), prosegue Piantedosi, è “una tragedia che ci addolora profondamente e interroga le nostre coscienze spingendoci ad agire perché tragedie come questa non si verifichino più“. Ciò però sarà possibile “solo attraverso un’azione decisa dell’Unione europea e in sinergia con i paesi di origine e transito”, spiega. Per i flussi migratori “il limite oggettivo è dato dalla capacità di accoglienza” perché “umanità e solidarietà non possono fermarsi alla banchina di sbarco ma devono tradursi in prospettive di vita”, prosegue il ministro dell’Interno.  “A livello di Unione europea esiste una sempre più chiara consapevolezza che la cooperazione internazionale deve essere un patrimonio comune di tutti gli stati membri, non solo quelli di primo ingresso”, nell’ottica di creare nei paesi di origine dei flussi migratori condizioni perché questi si arrestino. E “anche grazie alla pressione che stiamo facendo questo approccio finalmente si sta affermando nelle decisioni delle istituzioni europee con i primi cambiamenti di prospettiva”, prosegue Piantedosi nel corso della sua audizione in Senato. “La questione migratoria è una sfida europea che richiede una risposta europea”, spiega il ministro citando le conclusioni del Consiglio Ue, e “siamo di fronte a una radicale mutamento di paradigma del principale organismo decisionale” che “va nel senso sostenuto dall’Italia”.

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